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Voci di lockdown totale in Italia, Conte smentice: «Aspettiamo prima gli effetti del Dpcm»

Di Michele Esposito |

ROMA  – Una manciata di giorni per attendere gli effetti delle misure del Dpcm. Solo dopo il premier Giuseppe Conte valuterà se, anche in Italia, sarà il tempo del lockdown. Nel giorni in cui Emmanuel Macron e Angela Merkel corrono i ripari «sbarrando» Francia e Germania il capo del governo, forte di una curva dei contagi non sui livelli transalpini, prende tempo. E chiede una tregua di 15 giorni alla stessa maggioranza, a partire da quell’Italia Viva che, in una direzione opposta, quella delle apertura, chiedeva con insistenza di modificare il Dpcm.

Ma non è tempo di apertura nell’Italia che vede, solo in Lombardia, 7mila casi in 24 ore. Nel pomeriggio, dentro e fuori i palazzi del potere comincia perfino a circolare la voce di un lockdown imminente già dalla settimana prossima. Voci che il premier si affretta a smentire, nel corso dell’incontro con i sindacati. «Diamo il tempo alle misure restrittive appena approvate di dispiegare appieno i loro effetti», sottolinea il premier. Attendere quindi, con l’obiettivo di riportare la curva “sotto controllo» e provare a riaprire, cautamente, entro Natale. E’ questa la strategia del governo. Una strategia che non esclude lockdown locali ma che potrebbe scontrarsi con la necessità di una chiusura totale.

Palazzo Chigi, per ora, tiene lontana l’ipotesi. Gli effetti sulla tenuta sociale del Paese, spiega una fonte di governo, potrebbero essere imprevedibili. Si procede con passo felpato, quindi, tenendo presente che l’ordine «cronologico» della pandemia in Europa rispetto a marzo, quando l’Italia fu per così dire capofila, è ben diverso.

Ma tutto dipenderà dai prossimi giorni. Il momento, si ribadisce a Palazzo Chigi «è complesso». E, anche per questo, l’attenzione del Quirinale è altissima. Più volte, in queste ore, dal presidente Sergio Mattarella è arrivata un invito al dialogo, sia con le Regioni sia con le opposizioni. Ed è sul dialogo con le opposizioni che il governo e la maggioranza sono chiamati a fare di più. «E’ il virus il nemico comune, smettete di dilaniarvi, di litigare», avverte da giorni il presidente Mattarella. Un invito forte dal Quirinale, che resta tuttavia fermo di fronte a chi, continuamente, da giorni, chiama in causa il capo dello Stato. «Mattarella non si fa dettare l’agenda da chi urla di più», è il ragionamento che si fa sul colle più alto.

Sulla scia del monito quirinalizio, governo, maggioranza e opposizioni si muovono. Iv, con Davide Faraone, spiega che, nel corso del vertice della notte a Palazzo Chigi, Conte avrebbe concesso ai renziani il tavolo politico della maggioranza prima degli Stati Generali. E, in serata, arriva il sì del M5S. «Se rafforza l’unità, non è un problema», spiegano fonti pentastellate.

Ma ogni tavolo ha i suoi spigoli. E gli spigoli, in questo caso, conducono tutti al rimpasto. Che nella maggioranza non si esclude più a priori. E sul quale Conte, forse, potrebbe concedersi un supplemento di riflessione se servisse a lasciarlo meno solo rispetto a questi ultimi giorni. Certo, l’ipotesi ha i suoi rischi, che il premier conosce bene: muovere anche solo una pedina del governo potrebbe far crollare il castello, soprattutto in peina pandemia. E non dovrebbe certo riguardare i ministeri chiavi, sui quali la maggioranza potrebbe andare incontro allo stop del Quirinale.

Che il momento sia fluido lo si evince anche dalla chiamata alle opposizioni di Nicola Zingaretti dalle pagine di Repubblica. «E’ una fase critica, serve uno spirito unitario», spiega il segretario Pd. E alla sua chiamata, di fatto, arriva l’ok di FI laddove Fdi e Lega restano gelide. Ma, non a caso, nel pomeriggio alla Camera Renata Polverini e Renato Brunetta, due degli azzurri più «dialoganti», vedono Conte. Ribadendogli, secondo alcune fonti parlamentari, la volontà di collaborare. Il come è tutto da vedere ma gli zoppicanti numeri della maggioranza – ultimo caso le votazioni in commissioni bilancio nel pomeriggio – con un qualche appoggio di FI tornerebbero a respirare. E, non caso, la settimana prossima Conte potrebbe recarsi in Parlamento per delle nuove comunicazioni, con tanto di voto sulle risoluzioni di maggioranza e opposizione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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