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2 giugno: è la festa della Repubblica. Mattarella: «Ora uniti per la rinascita»

Di Fabrizio Finzi |

ROMA – Un Paese forte e coeso, che in 75 anni con la nascita della Repubblica ha fatto «progressi straordinari» e che oggi ha la porta spalancata verso una «stagione di rinascita» e una ripresa economica da non mancare per modernizzare il Paese. Sergio Mattarella ha aperto ieri sera al Quirinale le celebrazioni del 2 giugno che quest’anno segnano i 75 anni della Repubblica da quando, nel 1946, la maggior parte degli italiani disse no alla monarchia con un referendum. Parole in piena sintonia con quelle del premier Mario Draghi che tanto sta spingendo sulla ripresa e sull’unità del Paese.

Oggi il presidente della Repubblica coglie delle similitudini con l’atmosfera del dopoguerra e invita il Paese e la politica a tenere la barra dritta per non sciupare il mare di soldi del Recovery e non minare la ritrovata solidarietà europea. Anche il concerto di ieri sera al Quirinale con un megapalco tricolore montato nel cortile d’onore del Quirinale segnala la voglia di ripartenza, l’energia di un ciclo nuovo da aprire.

«Il Paese è ora di fronte ad opportunità di ampio respiro, grazie anche alle pianificazioni e agli investimenti a livello europeo», premette in un messaggio ai prefetti d’Italia attraverso il quale sprona i cittadini ad avere fiducia, a non perdere lo slancio per una ripresa che deve essere «efficace e veloce».

«La comunità nazionale, che intraprende il delicato percorso verso il definitivo superamento del periodo emergenziale, celebra quest’anno – ricorda Mattarella – la ricorrenza del 2 giugno nel segno dell’impegno collettivo per il rilancio del Paese e della ricerca di nuove prospettive di sviluppo e modernizzazione». Perchè «se ora possiamo guardare con maggiore fiducia al futuro, è soprattutto grazie alla ricchezza di risorse che il Paese ha saputo trovare o riscoprire e all’apporto unitario che ciascuno, non senza sacrificio, ha offerto».

In serata il capo dello Stato ha ricevuto gli ambasciatori dei Paesi accreditati in Italia e ha invitato anch’essi a non scordare la lezione della pandemia: sfide globali richiedono sforzi globali e tanta cooperazione. «La concezione di un bene comune, più importante di ogni particolarismo, ci ha portato ad essere convintamente parte della Unione Europea, elemento imprescindibile della nostra stessa identità nazionale. La terribile esperienza della pandemia ha reso evidente la profonda interdipendenza dei destini dei nostri popoli: soltanto efficaci forme di coordinamento si sono dimostrate utili per contrastarla e sconfiggerla. Questa cooperazione sostiene le opportunità offerte da una nuova stagione di ripresa e rinascita, civile ed economica. Un nuovo inizio per una comunità internazionale che voglia affrontare con successo le sfide della sostenibilità dei modelli di vita e della lotta alle disuguaglianze».

Mai come quest’anno, pur nelle regole Covid che non hanno permesso l’apertura dei giardini del Quirinale, il presidente ha voluto plasticamente offrire agli italiani uno spettacolo di gioia e di fiducia. Il bellissimo concerto dell’orchestra dell’accademia nazionale di Santa Cecilia, eseguito in un mega palco tricolore montato nel cortile d’onore del Quirinale, ha dato il via alla festa della Repubblica. La perfetta esibizione del neo «Grande ufficiale Roberto Bolle con Virna Toppi suggellata da un doppio bacio finale sulla bocca è un inno alla vita: ora si riparte, insieme.

All’altare della Patria

Il presidente della Repubblica questa mattina ha deposto una corona all’Altare della Patria in occasione della festa della Repubblica che, per il secondo anno consecutivo, si celebra senza cerimonie aperte al pubblico e senza la tradizionale parata militare in via dei Fori imperiali a causa del Covid. Ad attendere il capo dello Stato c’erano però in piazza Venezia, dietro le transenne, centinaia di cittadini e turisti, che hanno assistito alla breve cerimonia.

Mattarella è stato accolto dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, e dalle più alte cariche dello Stato che lo hanno atteso alla base del monumento dedicato al Milite Ignoto: il presidente del Consiglio Mario Draghi, i presidenti di Senato e Camera Elisabetta Casellati e Roberto Fico, il presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio. Accompagnato da Guerini e dal capo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli, il presidente della Repubblica ha poi passato in rassegna lo schieramento interforze e, dopo l’inno nazionale, ha deposto la corona davanti alla tomba del Milite ignoto. La breve cerimonia si è conclusa con il passaggio delle Frecce Tricolori.

«Settantacinque anni fa, riconquistata la libertà, il popolo italiano potè, con il referendum del 2 giugno 1946, scegliere il proprio destino. Il voto per la Repubblica consentì all’Italia di intraprendere il percorso della democrazia, del progresso sociale, dello sviluppo. Un passaggio storico tanto atteso e fondamentale per tutti i cittadini duramente provati da una stagione di guerre e dalla dittatura» ha scritto oggi  Mattarella, in un messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli , in cui ha espresso «ai militari di ogni ordine e grado e al personale civile, l’apprezzamento per l’insostituibile apporto offerto al bene comune». «Viva le Forze Armate, viva la Repubblica!» ha concluso il capo dello Stato.

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