17 dicembre 2025 - Aggiornato alle 23:26
×

Antenna Sicilia, il sindaco Bianco «Evitare perdita posti di lavoro»

Dal primo cittadino di Catania soldiarietà al personale dell’emittente etnea, nata nel 1979, che dovrebbe tra qualche settimana, chiudere i telegiornali e ogni altro programma di informazione

Redazione La Sicilia

29 Luglio 2015, 05:07

Antenna Sicilia, il sindaco Bianco «Evitare perdita posti di lavoro»

Antenna-Sicilia-il-sindaco-Bianco-Evitare-perdita-posti-di-lavoro-270dc6438b6ca25b691bc814923c766f_1619392087894

CATANIA - «Non possiamo permetterci di perdere un pezzo della storia recente di questa città e di questa regione. Dobbiamo impegnarci, ciascuno per la nostra parte, per cercare di salvare Antenna Sicilia e soprattutto la sua redazione giornalistica». Lo ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco esprimendo solidarietà al personale dell’emittente catanese, nata nel 1979, che dovrebbe tra qualche settimana, chiudere i telegiornali e ogni altro programma di informazione. «La nascita delle tv locali - ha detto Bianco - ha rappresentato una stagione felice per la nostra democrazia: i telegiornali locali hanno aperto le città a forme di partecipazione prima impensabili attraverso lo stimolo esercitato sulla politica e la società in genere. E l’informazione si è enormemente arricchita grazie a un’intera generazione di operatori, diventati professionisti di notevole livello».   «Ora in questo settore - ha aggiunto Bianco - a causa anche dello sconquasso provocato dal digitale terrestre, giornalisti e tecnici pagano tutti in una volta gli errori di chi non ha saputo difendere l’enorme patrimonio rappresentato dalle tv locali. Come è già accaduto, per esempio, con Telejonica. Era evidente come questo ramo dell’informazione fosse, e non soltanto in Sicilia, uno di quelli più esposti alla crisi economica».   «Le istituzioni competenti - ha concluso Bianco - in accordo con il sindacato dei giornalisti devono cercare di creare ammortizzatori sociali per evitare che si perdano posti di lavoro. E soprattutto per evitare che si giunga a sistemi di informazione in subaffitto, sempre troppo generici e spesso privi dell’indispensabile requisito della trasparenza».