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In Sicilia la popolazione è sempre più anziana, ma non aumentano i servizi: pensioni più basse della media nazionale

«I siciliani rischiano di essere condannati alla marginalità e all'esclusione sociale», dicono Cgil, Cisl e Uil

Redazione La Sicilia

25 Luglio 2025, 15:53

Pensionati Sicilia

«L'indice di vecchiaia in Sicilia è passato negli ultimi vent'anni dal 107.6 al 184.3 per cento, ma non sono altrettanto cresciuti attenzioni e servizi per anziane e anziani di questa Isola mentre il loro reddito è del 20 per cento più basso che nel resto d’Italia. C'è un ritardo da colmare, un disagio da affrontare». Lo affermano i segretari regionali di Spi Cgil-Fnp Cisl-Uil Pensionati Maria Concetta Balistreri, Rosaria Aquilone e Claudio Barone agli esecutivi unitari delle tre organizzazioni sindacali a Catania.

«Come ha certificato l’ultimo bilancio sociale dell’Inps - aggiungono - le pensioni qui sono parecchio inferiori rispetto alla media nazionale. Questo contesto diventa drammatico perché con risorse così risicate è necessario fare fronte a esigenze, anche le più elementari e fondamentali, che oggi non sono più garantite da un’adeguata rete pubblica di prestazioni sociali. Invecchiamento della popolazione, inverno demografico e redditi da pensione più bassi che nel resto d’Italia stanno trasformando profondamente la società siciliana aumentando il rischio di fragilità delle persone anziane».

«I pensionati siciliani rischiano di essere condannati - sottolineano gli esponenti sindacali - alla marginalità e all’esclusione sociale. Hanno, invece, diritto a condizioni di vita migliore e non devono essere disperse le risorse disponibili. Hanno diritto, ad esempio, a un welfare che li possa garantire. Basti pensare al sistema sanitario, che certo non si può più definire universale e che presenta paradossi come quello di Trapani dove il tempo di attesa per la consegna degli esiti di esami istologici andava ben oltre i dodici mesi».

«È notizia di queste ore che la Regione potrà modificare nel proprio territorio le aliquote di alcuni tributi prevedendo anche esenzioni, detrazioni, deduzioni e questo sulla carta è positivo, ma vogliamo evitare che si riveli un’altra illusione. Appena pubblicata la legge - concludono - chiediamo sin d’ora un confronto con il governo regionale e l'Anci per capire se e come sia possibile diminuire la pressione fiscale a carico di anziani e soggetti fragili».