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Rider, anche in Sicilia la strada è tutta in salita

Di Redazione |

PALERMO – Siamo quasi all’alba. La fotografia dei rider di Sicilia è sfocata e mette in fila un quadro di lavoratori precari, chiamati a rischiare per poche centinaia di euro. Lavorano in nero, spesso concludono la serata anche con 20 euro in tasca e racimolano da 400 a 700 euro al mese. Inseriti nel mondo del social food dovrebbero in teoria poter beneficiare delle tutele e delle garanzie che il governo giallorosso ha messo in campo una settimana fa. Ma per chi sfreccia su un motorino a schivare la circostanza che può rivelarsi fatale la distanza tra l’aspettativa e il risultato ancora è tutta da colmare.

In Sicilia il dato non è disallineato da quello nazionale. I lavoratori sono concentrati per lo più nelle città metropolitane di Catania e Palermo, dove negli ultimi mesi sono aumentati arrivando a 370 unità dai 300 della scorsa primavera.

Poco più di un centinaio invece a Messina. Numero immutato a Catania (200 circa) Anche nell’isola valgono le percentuali della proiezione nazionale, se pur con qualche differenza. Per la media dei lavoratori nel resto d’Italia il 50% fa questo come primo lavoro, il 40% come seconda attività, per arrotondare. In Sicilia si tratta per lo più di una proporzione quasi invertita.

Per molti di loro inoltre, uno zoccolo duro difficile da erodere, la novità illustrata dal governo nazionale resterà lettera morta come spiega Edoardo Pagliaro, segretario generale Nidil Cgil Catania: «Siamo all’anno zero – spiega – si parla di gente che in media riesce a incassare 400 euro al mese. Si tratta di lavoratori che si spaventano anche ad avvicinarsi al sindacato perché sanno che se chiedono l’assunzione o un impegno specifico da parte di chi li paga, non vengono più presi in considerazione per questo tipo di lavoro. Noi stiamo cercando di motivarli, ma c’è gente che sta lontano anche dalle proprie tutele. Vogliono essere aiutati, ma non vogliono si sappia che sono stati aiutati da noi».

I lavoratori che hanno qualche tutela in più strappano collaborazioni che non superano i 3 mesi. Insomma la strada è tutta in salita e passa anche da un cambiamento culturale di cui non si intravede spesso traccia: «Il contratto di appartenenza è quello di merce e logistica – chiarisce- Pagliaro- ma molti non lo garantiscono perché è impegnativo per la controparte. Non si capisce perché il governo nazionale cerca altri strumenti contrattuali anziché seguire quello più naturale».

Per mettere pressione e consentire che si applichino regole che garantiscono il lavoratore occorre secondo Nidil Cgil «che si aumentino i controlli sui territori da parte di chi ha la responsabilità di farli, ci sono consegne che valgono 25 centesimi per chi li porta a destinazione»

Anche le ultime sentenze amministrative rimangono dalla parte di chi fornisce i lavoro, la qualifica di parasubordinati è legittima mentre alcune compagnie reclutano espressamente giovani che non hanno compiuto ancora i 30 anni, studenti e ragazzi che integrano un reddito.

Il mondo dei lavoratori atipici in Sicilia comprende anche quelli della logistica e i contratti di somministrazione. Un settore che ha raddoppiato a Catania le sue proporzioni «sono sicuramente molti di più dei 200 iniziali –conferma Pagliaro- stiamo cercando di fare il massimo sforzo, ma è l’eccezione che conferma la regola».

Per Andrea Gattuso segretario generale Nidil Cgil a Palermo il dato dell’infortunistica è difficile persino da tracciare: «Molto spesso i ragazzi che cadono, o hanno in incidente si rialzano senza denunciarlo per timore di perdere il lavoro». Per Gattuso la partita dei più fortunati si gioca sul contratto: «Fino a quando rimangono con la partita Iva non hanno diritto praticamente a nulla. Occorre spingere per avere quanto meno il contratto di collaborazione che assicura la copertura Inail. Questo non è un passaggio da poco».

Secondo il sindacalista palermitano lo scenario è migliorabile e c’è molta strada da fare: «Glovo, Deliveroo, Presto Food, Just Eat sono le società che stanno attingendo principalmente alle risorse dei giovani siciliani. Sarebbe nell’interesse di tutti arrivare a una migliore condizione del lavoro in questo settore. Applicare la tariffa oraria del contratto della logistica che parte da 9 euro e 60 sarebbe già un passo in avanti considerevole».

La lunga notte dei rider siciliani passa da un confronto che rimane ancora da cercare; da interlocutori istituzionali che siano in grado di fare la loro parte e da molti tabù che vanno sfatati. Una volta e per tutte.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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