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Lavorare in crociera: da un’azienda catanese l’ultima frontiera del “fair working”

Di Maria Ausilia Boemi |

Smart working? No grazie, la nuova frontiera è il fair working, cioè il lavoro attento al benessere dei dipendenti. E cosa di meglio per ottenere questo obiettivo che lavorare in un ufficio itinerante ubicato a bordo di una nave da crociera? Apripista di questo nuovo modo di intendere e armonizzare lavoro e vita privata è Paeda, società (con sede legale a Catania e sede operativa a Milano) di consulenza aziendale, networking, ideazione, progettazione e organizzazione di fiere ed eventi.

Da febbraio scorso, appunto, Paeda ha aperto una terza sede a bordo della Grandiosa di Msc che naviga (anche in tempo di Covid) nel Mediterraneo. «Siamo ubicati al ponte 5 della Grandiosa – spiega la catanese Paola Brancati, amministratore di Paeda (di cui il marito Davide Lenarduzzi è direttore generale) – e lavoriamo da bordo a turnazione con i nostri dipendenti, a seconda delle loro disponibilità, esigenze e necessità familiari. Io, ad esempio, da febbraio ho fatto a bordo 3 settimane, mio marito 4, i nostri dipendenti, da soli o con le famiglie – perché questi, se vogliono, in base alle esigenze e agli impegni di ciascuno, hanno portato a bordo i loro familiari – hanno scelto quanto tempo lavorare a bordo».

In genere, una media di 8-10 persone imbarcate alla volta: «Ovviamente non possiamo obbligare nessuno, potenzialmente la nostra sede è sulla Grandiosa, ma c’è chi ha fatto tre settimane, di fila o spezzettate, chi solo una. Noi lasciamo liberi i dipendenti di decidere. Il nostro concetto è che avere una sede aziendale su una nave da crociera dà la possibilità a chi lo vuole di vivere un’esperienza unica come quella di una crociera e comunque lavorare». Ovviamente senza pagare né per sé né per i familiari: «Abbiamo un pacchetto che comprende l’affitto di un ufficio e di 4 cabine». Naturalmente, chi non se la sente o, per esempio, soffre banalmente il mal di mare, continua a lavorare da Milano: «Ma il mal di mare non è stato un problema. Solo una volta una nostra dipendente a Napoli ci ha salutati ed è sbarcata».

L’aspetto fondamentale di questa nuova tipologia di lavoro è la possibilità di spalmare gli impegni professionali nell’arco della giornata, non concentrandoli nell’orario d’ufficio canonico e intervallandoli ad altre attività di vita sociale e benessere, con l’eliminazione dei tempi di spostamento: «Si lavora, ma poi si conduce una vita normale fatta di shopping, parrucchiere, palestra, piscina, spettacoli, teatro, cinema. Il concetto è che se stamattina voglio andare tre ore in giro a Malta, so che posso farlo perché recupererò il lavoro in qualsiasi altro momento della giornata, visto che l’ufficio è aperto h24. Oppure so che oggi voglio andare in palestra per due ore, calcolo il tempo per farlo. La nave da crociera è una città a metro zero e, quindi, quando so che professionalmente ho determinati compiti da svolgere e quante sono le mie ore di lavoro per contratto, me le posso spalmare nel corso della giornata come voglio. Se devo andare dal parrucchiere, non occorre – come in città – programmarlo, spostarmi, parcheggiare: prendo l’ascensore e sono dal parrucchiere, perdo solo il tempo tecnico, poi torno a lavorare. Ho tutto a portata di mano ed è quella la bellezza. A sera ci rendiamo infatti conto che in una giornata abbiamo lavorato, fatto due ore di palestra, siamo stati alla Spa, a pranzo con gli amici, abbiamo guardato negozi, ci siamo rilassati al sole, abbiamo letto un libro, siamo stati al cinema: abbiamo insomma fatto tutto quello che generalmente in città riusciamo a fare in una settimana. Uno dei punti di forza del progetto è cioè la riacquisizione del proprio tempo personale che nella vita normale tutti abbiamo invece perso. Per di più, molte volte condividendolo con le famiglie».

Insomma, ci si può riappropriare di una vita personale che non fatta più solo di lavoro, ma di tanto altro. Tra cui la propria famiglia: «Chi può vivere questa esperienza con i familiari, ha la possibilità di lavorare e nella pausa pranzo o nella pausa caffè può vedere il coniuge o i figli. O può andare al mini-club a dare un bacio ai propri bambini e poi tornare al lavoro semplicemente prendendo l’ascensore».

Un altro punto di forza di questa esperienza è «l’itineranza, cioè la possibilità di muoversi: la tua azienda va incontro ai clienti e ai dipendenti sparsi in varie sedi, è dunque l’azienda che si muove, non viceversa. Se un’impresa confluisce in un’unica direzione (affitto ufficio e cabine) tutti i benefit, gli affitti di location per riunioni aziendali, con gli agenti, cene di Natale, c’è infatti anche alla fine un risparmio notevole nei bilanci aziendali».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA