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«La ricchezza del melograno»

Di Assia La Rosa |

Maurizio Abate è originario della provincia di Trapani, ha 34 anni ed è un enologo con laurea all’università di Alba (in provincia di Cuneo): dopo gli studi è tornato nella sua terra per immergersi nell’attività agricola di famiglia, finché non ha scoperto il frutto che per antonomasia rappresenta la vita e la produttività: «Grazie a un viaggio in Israele con un esperto del settore – spiega – ho conosciuto la pianta del melograno, la sua coltivazione e gli effetti benefici che ha sulla salute questo frutto». Così a maggio del 2014 incontra altri tre compagni d’avventura e dopo aver analizzato mercato e concorrenza, con un business plan dettagliato e focalizzato sugli obiettivi, decide di creare “Kore”: «Il primo consorzio siciliano del melograno, che oggi racchiude 52 soci, 12 ettari di impianti e decine di imprenditori agricoli. Il raccolto viene centralizzato nel nostro magazzino di Marsala, sede operativa e legale, confezionato e poi distribuito», continua Maurizio.

Una realtà che registra il 400% di crescita e che quest’anno ha raddoppiato la produzione con 3.200 quintali (e la previsione di produrne 30mila nel 2019), dopo aver conquistato a Expo Milano il premio di 30mila euro per i “Nuovi talenti imprenditoriali” e aver ottenuto un importante riconoscimento da Best in Sicily, che valorizza le eccellenze dell’Isola. Oggi l’azienda, con la sua varietà “Wonderful” – che si caratterizza per il corretto equilibrio zucchero/acidi, per la pezzatura medio grande, per la forma tondeggiante e i chicchi (arilli) di color rosso intenso – non solo vende nei circuiti gdo ed esporta all’estero (a 2 euro al kg all’ingrosso) quale operatore leader in Italia, ma ha un obiettivo prioritario: «Trasferire conoscenze relative alle tecniche di impianto e alla produzione secondo i principi di ecosostenibilità, fornendo assistenza a tutti quei giovani che decidono di intraprendere quest’attività valorizzando i terreni, senza la necessità di importanti investimenti in fase di avvio (un ettaro coltivato produce un reddito di 21mila euro già al terzo anno di attività)».

Il tutto, in considerazione della grande flessibilità della pianta, che si adatta bene anche ai terreni poveri e pesanti, alla gestione ormai standardizzata e al know how che si rifà all’esperienza trentennale israeliana. Ma c’è di più, perché a gennaio 2017 questi trentenni, che hanno puntato tutto sullo sviluppo&ricerca per la trasformazione della melagrana, entreranno sul mercato con un nuovo prodotto a marchio Kore: un succo 100% che lanceranno con 100mila bottiglie di estratto in purezza, ancora non presente tra gli scaffali dei supermercati.

«Il nostro punto di forza? La massa critica che i consorziati sono riusciti a creare collaborando tutti insieme e che ci consente di investire in macchinari dedicati alla selezione e calibratura del frutto, nei magazzini con opportune celle di stoccaggio a temperatura controllata, in sicurezza, qualità e sperimentazione di derivati con altri partner. E poi siamo tutti giovani, con idee, proposte e soluzioni». Un modello di agricoltura gestita in ottica manageriale che inizia a dare i suoi frutti. Anzi, i suoi benefici chicchi.

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