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Certificati falsi per truffare l’Inps, oltre cento indagati, coinvolti anche avvocati e medici

Di Redazione |

Trentatré misure cautelari e 69 avvisi di garanzie sono state notificate dai carabinieri del Comando Provinciale di Messina, nell’ambito di una inchiesta, denominata Pathology, che ha permesso di sgominare una associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, truffa aggravata ai danni ai danni dell’Inps, falsa perizia, falso in atto pubblico e altro. I provvedimenti sono stati firmati dal gip del Tribunale di Patti su richiesta della Procura di Patti. Dei 33, due sono finiti in carcere, 5 agli arresti domiciliari, 10 sono stati sottoposti agli obblighi di dimora e 16 a misura interdittiva dall’esercizio delle funzioni.

Il provvedimento è scaturito da una indagine, sviluppata sin dal 2015 dai Carabinieri della Compagnia di Patti, che ha permesso di scoprire l’esistenza nell’area tirrenica della provincia peloritana dell’hinterland pattese, di un’associazione per delinquere che mediante la redazione di false perizie e false certificazioni mediche, riuscivano a condizionare l’esito dei ricorsi giurisdizionali, promossi da privati cittadini dinanzi il Tribunale del Lavoro di Patti, contro il mancato riconoscimento da parte dell’Inps di una serie di benefici assistenziali come le pensioni di invalidità civile, il riconoscimento dello stato di portatore di handicap con diritto all’accompagnamento, ottenendo rimborsi che sono andati dagli 8 mila euro per le cause di minore entità ai 43 mila euro per quella più rilevante con un danno, per la Pubblica Amministrazione, stimabile in oltre un milione di euro.

Nell’inchiesta, in cui sono state indagate 102 persone figurano – tra l’altro – due avvocati e due collaboratori di studio, 27 medici specialisti tra Ctu e liberi professionisti, quattro funzionari dell’INPS, 11 collaboratori di vari patronati, i quali si spartivano i soldi.

I carabinieri hanno disarticolato una struttura “profondamente compenetrata” nel mondo dell’assistenza previdenziale, con particolare riferimento alla parte giudiziaria, oggetto d’indagine.

Tra le persone coinvolte l’avvocato Anna Ricciardi, e il dottor Francesco Piscitello, tutti e due finiti in carcere, sono considerati al vertice delle due associazioni ed erano supportati da Vincenzo Princiotta, Ilenia De Luca e Rosaria Lo Presti (finiti ai domiciliari), che sono gestori di patronati o studi di assistenza fiscale, e che assicuravano – secondo l’accusa – ulteriori adesioni al gruppo indirizzando la privata clientela verso i patrocinatori prescelti, massimizzando i profitti dell’associazione.

Inoltre potevano contare sui favori di medici sia impiegati presso “strutture pubbliche” che liberi professionisti che svolgevano il ruolo di Ctu per i giudici per ottenere i falsi certificati e su alcuni dipendenti della locale sede dell’Inps.

Il “modus operandi” del sodalizio prevedeva che la Ricciardi e Piscitello corrompessero i sanitari di strutture pubbliche, con elargizioni di denaro o altre utilità (somme dell’ordine di alcune centinaia di euro) per redigere false certificazioni attestanti malattie per le quali si poteva poi ottenere la certificazione di invalidità. Le indagini hanno documentato almeno 15 di questi episodi.

In altri casi invece, quando si era avviato il contenzioso giurisdizionale, l’avvocato Ricciardi nell’ambito della propria attività di legale patrocinava le cause e attraverso la corruzione di Piscitello, che in talune di questi procedimenti era nominato Ctu o di altri consulenti tecnici nominati, se diversi da Piscitello, riusciva a corromperli anche con l’aiuto dello stesso Piscitello e di altri sodali e faceva redigere delle false perizie in favore delle persone da lei assistite, al fine di giungere ad un esito favorevole nelle cause inducendo in errore il giudice e truffando l’Inps e causando un danno ingiusto, allo stato, stimato in oltre un milione di euro sul quale sono ancora in corso accertamenti e verifiche. Di tali vicende, le indagini hanno permesso di ricostruire pienamente ben 20 episodi.

Per uno di questi episodi è stata documentata dalle intercettazioni videoambientali la dazione di denaro di 2500 euro da parte del cittadino che “artatamente “ aveva conseguito il giudizio favorevole in favore all’avvocato Ricciardi e del dottore Piscitello che in quel procedimento era stato consulente tecnico del giudice.

I funzionari Inps, coinvolti, abusando della loro funzione pubblica garantivano ai correi la rapida liquidazione delle somme di denaro, omettendo di sollevare irregolarità che avrebbero potuto danneggiare i compartecipanti dell’associazione stessa.

La complessa struttura associativa ricomprendeva poi ben quattordici figure professionali di medici, sia di strutture sanitarie pubbliche che liberi professionisti incaricati di svolgere il ruolo di Ctu, ossia periti del Giudice. I primi redigevano, anche dietro compenso, false certificazioni su malattie e disabilità, assicurando ai sodali la pronta disponibilità di documentazione sanitaria a favore dei loro clienti e garantendo loro corsie preferenziali, in spregio alle liste di attesa per effettuare le visite e, talvolta anche senza il pagamento del “ticket sanitario” per la prestazione. I professionisti incaricati di svolgere il ruolo di consulenti del Giudice, sempre in cambio di compensi, redigevano false perizie tecniche favorevoli ai clienti/pazienti del sodalizio.

L’altra organizzazione criminale vedeva come figure apicali l’avvocato Notaro (fino ai domiciliari) e l’assistente di studio Mariella Di Gaetano (anche lei ai domiciliari).

Anche questo secondo gruppo operava con metodi analoghi, attraverso sempre la medesima struttura organizzata in cui aveva un ruolo centrale il dottor Piscitello. In questo ambito le indagini hanno permesso di accertare 5 ulteriori episodi in cui, attraverso la redazione di false perizie, si otteneva indebitamente il giudizio favorevole nel contenzioso giurisdizionale.

A titolo esemplificativo, nel corso dell’attività investigativa, tra i tanti, sono emersi due episodi particolarmente emblematici delle condotte illecite. In un primo caso l’avvocato Ricciardi comunica alla propria cliente che il Ctu che giurerà è un’amica del “dottore” (inteso come Francesco Piscitello), invitandola a consegnarle subito i soldi in contanti in vista della loro consegna ad altre persone per agevolare il sistema evitando intoppi. E ancora, un episodio in cui il dottor Piscitello, rivolgendosi al proprio cliente, gli riferisce che quando si sceglie un avvocato, bisogna “scegliersi quello giusto che si sa muovere”, promettendo nel contempo che, se la causa viene patrocinata da loro (intesi Piscitello e Ricciardi), al 99,9% è assicurata la vittoria in giudizio, anche ottenendo il 100% di invalidità. Nel contesto dello stesso colloquio si parla chiaramente di spartizione di denaro all’esito della causa con una percentuale del 40% dedicata agli stessi patrocinatori.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA