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Da Messina l’invito a votare on line un progetto sociale per le donne in difficoltà

Di Carmen Greco |

Inclusione sociale, aiuto alle donne svantaggiate, recupero del tessuto sociale del territorio e valorizzazione delle sue risorse d’eccellenza. Sembra di aprire un libro dei sogni e invece può diventare realtà grazie ad un progetto di “democrazia partecipata” a Messina.

Partito per iniziativa de “Le Agorà di Messina” è nato nell’ambito dell’organizzazione internazionale Democraticy society. «Durante le attività all’interno di questo progetto di democrazia partecipata – spiega Ivan Tornesi che è anche presidente della Pro loco Messina Sud – abbiamo pensato di organizzare un laboratorio di scrittura progettuale partecipando al bando di Aviva e, tra le aree su cui stiamo lavorando, c’è quella dell’ex fabbrica agrumaria Sanderson (nella foto sopra il titolo), oggi abbandonata, di proprietà dell’Esa (l’Ente di Sviluppo Agricolo regionale) a Tremestieri di Messina».

Davanti al cancello dell’ex fabbrica per la trasformazione degli agrumi

Ispirati dalla storia di questa fabbrica e dalle informazioni che alcune associazioni locali hanno recuperato grazie alle testimonianze di chi ha vissuto gli anni d’oro della Sanderson, Le Agorà hanno messo giù, nero su bianco, il progetto ”Gesti lenti e pieni d’amore” che unisce due cose: offrire un’opportunità di lavoro alle donne e far resuscitare una fabbrica un tempo “cuore” dell’economia locale.

«Abbiamo pensato – continua Tornesi – ad un laboratorio sulla trasformazione degli agrumi e contattando delle aziende oggi in attività, ci siamo chiesti se effettivamente questa storia produttiva antica fosse davvero improponibile per il mercato attuale o se esistesse un’opportunità per un suo recupero. Siamo andati così a vedere se sul territorio ci fossero aziende simili e ne abbiamo individuata una a Roccalumera che si chiama “I Giardini d’Amore” dove si producono liquori artigianali partendo dal nostro limone Interdonato di Sicilia Igp, prodotti che stanno andando bene, sia sul mercato locale che internazionale. Abbiamo, quindi, chiesto loro di aiutarci nella formazione di dieci donne all’interno di un laboratorio artigianale e così è partita l’idea».

Attualmente il progetto è, infatti, solo una proposta che partecipa al bando dell’Aviva Community Fund con la speranza di ottenere un finanziamento. «Finora i voti on line stanno andando bene – fa sapere Tornese – ma è molto difficile affermarsi perché, secondo una stima, bisognerà arrivare almeno a 10mila voti».

Il senso del progetto è quello di immaginare una prospettiva futura per un territorio che può puntare alle sue risorse paesaggistiche e produttive. «Non possiamo pensare che le nostre campagne restino abbandonate – osserva Tornesi – c’è già qualche modello importante di azienda agricola che sta recuperando delle tradizioni, in particolare per gli agrumi, e qualcuno sta ritornando anche a coltivare il grano. A Messina, qualcosa deve ripartire, e non può essere solo l’edilizia, com’è stato finora, l’unico settore trainante che poi – alla fine – è andato in crisi. È necessario recuperare quel patrimonio di diversità, di saperi, di conoscenze che c’era un tempo. Qui c’erano tante industrie agroalimentari, si faceva anche la seta… Poi negli anni Sessanta e Settanta si decise che quei prodotti non avevano più valore, ma la verità è che i capitali venivano reinvestiti nell’edilizia che era più redditizia».

Le coperture in Eternit dell’ex Sanderson che attendono una bonifica

E così, anche una fabbrica come la Sanderson, una delle più importanti realtà per la trasformazione degli agrumi, fondata alla fine dell’Ottocento da William Sanderson (un parente dei Whitacker di Palermo che ebbero con il Marsala maggior fortuna ndr), aveva seguito il suo destino chiudendo definitivamente i battenti nel 1981 dopo anni di passaggi di proprietà e vicissitudini commerciali. Sanderson era arrivato a Messina nel 1817, prima a capo di un’azienda commerciale nel settore industriale, poi per investire nella fase produttiva ed impiantare a Tremestieri una delle fabbriche più importanti del Mediterraneo per la lavorazione degli scarti della produzione agrumicola provenienti dalle campagne circostanti, un paesaggio di cui si è persa la memoria. La Sanderson era diventata una vera multinazionale dell’epoca con sedi – negli Anni Sessanta – anche in Argentina. Fino al lento declino dopo il passaggio all’Esa.

Oggi su questa zona, un’area di 80mila mq s’è detto e pensato di tutto, compresa l’idea di farne un velodromo. Ma il primo obiettivo è bonificarla. «In questo momento l’esigenza principale degli abitanti è la bonifica ambientale – dice Tornesi – ci sono ancora molti tetti in Eternit e per far questo stiamo dialogando anche con l’Esa che ci ha assicurato un intervento perché le risorse ci sono».

Oltre alla Sanderson “Le Agorà di Messina” punta ad un altro spazio pubblico strategico, quello della zona di Falcata, da cui la città di Messina trae la sua origine e il suo nome.

La lanterna di Montorsoli nella zona Falcata 

«Questo progetto, votato o meno, non andrà perduto – annuncia il presidente della Pro Loco Messina Sud -perché riteniamo sia valido e unico. Le dieci donne che parteciperanno al progetto conosceranno le storie delle operaie di un tempo e diventeranno testimoni e ambasciatrici di quello che era il lavoro di quelle donne, delle loro conquiste, delle battaglie sociali, dell’impegno delle prime sindacaliste. È un modo per coltivare la memoria del lavoro delle donne che, secondo me, si può replicare in altre zone della Sicilia».

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