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Appalti in cambio di mazzette, bufera sui Genio Civile di Messina e Trapani

Di Redazione |

Decine di agenti della Polizia sono impegnati in un’operazione che ha portato all’arresto di 11 persone, accusate di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni.

Tra gli arrestati, imprenditori e funzionari pubblici messinesi e trapanesi. L’indagine, coordinata dalla Procura di Messina, guidata da Maurizio de Lucia, è stata condotta dalla Squadra Mobile.

L’indagine ha preso il via la notte di Capodanno del 2019, quando la saracinesca di una tabaccheria del quartiere Camaro di Messina viene danneggiata con colpi di arma da fuoco. Una intimidazione, secondo gli inquirenti, a scopo estorsivo. Partirono così gli accertamenti che svelarono un sistema di corruzione che coinvolgeva uffici pubblici come il Genio Civile della Città dello Stretto. Quattordici, in totale gli indagati. Tra le persone arrestate c’è anche un autista giudiziario in servizio al Tribunale di Messina. L’uomo, a cui sono stati dati i domiciliari, è accusato di rivelazione di segreti d’ufficio.  In cambio di favori a una persona a lui vicina avrebbe dato a uno degli indagati informazioni su indagini in corso e sui movimenti di un magistrato.

Le persone arrestate stamani dalla polizia nell’operazione che è stata denominata Ottavo Cerchio con le accuse a vario titolo di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni sono Antonino Bonaffini, 46 anni, Giuseppe Micali, 57, Marcello Tavilla, 48, Felice D’Agostino, 62, Pietro Ferrante, 53 anni, Cinzia Fiorentino, 52, Giovanni Fracalanza, 51, Giuseppe Frigione, 44, Giorgio Muscolino, 39, Angelo Parialò, 64, Giancarlo Teresi, 62. I primi tre sono in carcere gli altri ai domiciliari. É in corso di esecuzione il sequestro preventivo del complesso di beni e di utilità economiche della società Mareblu, formalmente intestato al Tavilla e a Bonaffini. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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