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«Viviana non ha ucciso Gioele, il suicidio è una messinscena»

Di Francesco Triolo |

Messina – Un giallo ancora irrisolto, quello della morte di Viviana Parisi e del suo figlioletto Gioele Mondello avvenute lo scorso agosto nelle campagne di Caronia. In tutti questi mesi sono state tante le perizie che i consulenti della famiglia e della Procura di Patti, che segue le indagini, hanno effettuato sui resti trovati, poi, a distanza di giorni. L’ultima versione è quella che arriva dalla relazione presentata alla Procura di Patti dai legali di Daniele Mondello, il marito della dj scomparsa e padre del piccolo, gli avvocati Claudio Mondello e Pietro Venuti. Nel documento, di tipo anticipatorio con carattere propositivo e di collaborazione, ci sono le osservazioni dei periti Carmelo Lavorino, Antonio Della Valle ed Enrico Delli Compagni che ritengono la tesi del suicidio «una messinscena». «Non è dimostrata alcuna uccisione del piccolo Gioele da parte di Viviana, nessun suicidio e/o lancio dal famoso traliccio di Viviana – si legge – In realtà è un’abile messinscena organizzata da una “combinazione criminale motivata e coinvolta” tramite la traslazione dei cadaveri in zone sensibili proprio per inscenare il suicidio o la disgrazia ed allontanare da sé ogni responsabilità». I consulenti sono ancora in attesa dei risultati delle attività investigative, delle consulenze e delle relazioni della polizia giudiziaria, della polizia scientifica, dei consulenti tecnici della Procura, dei filmati, delle foto e di tutto il materiale nel fascicolo oltre che di ulteriori esami dei corpi da parte loro tramite la strumentazione Laser 3D.

Ma secondo i consulenti degli avvocati di Daniele Mondello, Viviana e Gioele sarebbero precipitati per circa 50 metri, in un invaso nel bosco di contrada Sorba, a Caronia. Che fosse un pozzo, una cisterna non è possibile capirlo ma l’ipotesi è quella i due siano precipitati contemporaneamente. Viviana si sarebbe fratturata diverse parti del corpo, specialmente la zona sinistra, con due vertebre “esplose” col tranciamento del midollo spinale. Avrebbe così perso coscienza e sensibilità, morendo per asfissia. Gioele, invece, avrebbe sbattuto il cranio nella zona temporale sinistra e sarebbe morto, anche lui, per asfissia. Poi i due corpi, in tempi diversi, sarebbero stati estratti dal fondo del pozzo con le mani e con appositi strumenti da “soggetto ignoto”.

La tesi, arrivata sul tavolo del Procuratore Capo di Patti, Angelo Cavallo, adesso sarà al vaglio degli investigatori che da mesi stanno cercando di ricostruire cosa sia accaduto la mattina del 3 agosto, da quando Viviana Parisi ed il figlio hanno lasciato l’auto in autostrada, scavalcando il guardarail. Ma il lavoro degli inquirenti è anche quello di ricostruire le ore precedenti e il perché la ragazza si sarebbe diretta in un luogo diverso rispetto a quella che era la destinazione comunicata al marito. La nuova ipotesi avanzata dalla relazione dei consulenti della famiglia Mondello, di fatto, sconfessa quella che era la tesi iniziale, ovvero che il bambino fosse stato aggredito dai cani e la signora eliminata perché testimone scomoda. Adesso si attende che vengano depositate, entro questo mese, anche le altre relazioni sugli accertamenti connessi alla morte di Viviana Parisi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA