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Baracche di Messina: commissario e 100 milioni per mettere fine alla vergogna

Di Redazione |

ROMA – «Per mettere la parola fine alla trentennale e scandalosa vicenda delle baraccopoli di Messina serviva un atto di coraggiosa discontinuità normativa ed economica: sono orgogliosa di dire che il governo lo ha compiuto, inserendo nel Dl Covid un emendamento che apre la strada a un intervento rapido e definitivo. Il Prefetto di Messina sarà nominato Commissario e dotato di una struttura tecnica e di supporto, con 100 milioni di euro del Fondo Sviluppo e Coesione a disposizione in un triennio per la bonifica delle aree, la riqualificazione urbana e il ricollocamento abitativo dei residenti. Il commissario opererà con poteri straordinari, ovviamente nel rispetto della legge penale e delle norme antimafia, e avrà 120 giorni di tempo per tracciare il perimetro degli interventi e definire un piano d’azione”. Lo afferma in una nota Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale. 

“Ho sempre visto la questione delle baraccopoli di Messina, irrisolta da decenni, come una ferita democratica di portata nazionale, sia per il numero di persone che interessa – circa seimila – sia per la storica difficoltà della politica di affrontarla e risolverla – aggiunge -. L’epidemia ha reso indifferibile l’intervento. Le migliaia di abitanti delle baraccopoli di Messina hanno lo stesso diritto di tutti gli italiani alla salute, all’acqua potabile, ad abitazioni, strade, servizi decenti: un grande Paese europeo e occidentale come siamo, ha il dovere morale prima che politico di cancellare le favelas e garantire dignità anche ai più poveri e fragili”.

«Il risanamemto è una svolta epocale per Messina. Nel giugno 2018 ho assunto quale punto imprescindibile del mio mandato l’impegno di risolvere definitivamente il problema socio-ambientale più grave in cui la città si dibatte ancora: la presenza da oltre cento anni di una baraccopoli in pieno centro urbano, estesa in 9 ambiti da risanare per oltre 230 mila metri quadrati in cui vivono più di 2.000 nuclei familiari in condizioni di estremo degrado, 8 mila italiani che da oltre tre generazioni sopravvivono in baracche fatiscenti, prive di ogni requisito di salubrità e di sicurezza sismica». Lo dice in una nota il sindaco di Messina Cateno De Luca

«Dal terremoto del 1908 ad oggi si sono alternati 67 governi e in 112 anni il problema del risanamento non è mai stato risolto nonostante gli svariati interventi normativi finalizzati all’eliminazione delle strutture abitative incompatibili con il requisito dell’abitabilità. Ho reiterato nell’aprile scorso alle ministre Carfagna e Gelmini, e da ultimo alla Protezione civile e al presidente del consiglio, la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza nazionale sostenuta dagli accertamenti compiuti dall’Asp, che attestava la indifferibilità delle azioni a tutela della salute pubblica. La nomina di un commissario con poteri straordinari che agirà in deroga alle procedure amministrative ordinarie consentirà con una decisa accelerazione dell’iter amministrativo da seguire. Incontrerò domani il prefetto per concordare le fasi di attuazione del piano di azione già avviato da questa amministrazione». 

Sulla vicenda il commento del deputato Francesco D’Uva: “Quello delle baracche a Messina è sempre stato tra i capitoli più tristi. Tutta Italia oggi però ci guarda con occhi di riscatto e speranza. Abbiamo le carte in regola per chiudere la questione, grazie a chi ci crede da sempre. L’impegno in Parlamento per il territorio continua”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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