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Taormina, ultimatum per salvare l’elipista costruita su un terreno privato

Di Mauro Romano |

TAORMINA – Corsa contro il tempo per cercare di salvare le elipiste cittadine. «Il percorso è molto difficile – avverte il sindaco, Eligio Giardina – soprattutto per la pista di Piano Porto, che sorge in un terreno privato. Per quanto riguarda, invece, quella di contrada Bongiovanni, a ridosso della piscina comunale, quest’ultima sorge in un terreno di pertinenza comunale e dunque il percorso per il suo mantenimento potrebbe essere meno complicato».

Ieri mattina, a Palazzo dei Giurati, si è svolta una riunione con la proprietà del terreno di Piano Porto. «Le strade da intraprendere sono due – spiega l’assessore al Turismo, Salvo Cilona – Si parla dell’acquisizione del terreno dove sorge la doppia area di atterraggio. Un percorso, questo, in salita per le note difficoltà di cassa del Comune di Taormina. Si potrebbe riavviare, poi, un diverso accordo che porrebbe le sue basi su una precedente intesa».

E in effetti, probabilmente, si fa riferimento al fatto che anni fa si discuteva della possibile cessione di un’area al Comune per pubblica utilità, da compensare con un cambio di destinazione d’uso della zona da destinare, magari, ad attività alberghiera. Questa potrebbe essere, forse, la base per fare rimanere stabile il complesso di atterraggio che, adesso, ha il placet dell’Aviazione per essere utilizzato anche in caso di emergenza sanitaria. Tra le posizioni più intransigenti si trova anche quella dell’assessore regionale al Turismo, Anthony Barbagallo, che non vede di buon occhio le elipiste in quella posizione. Di contro, si registra l’idea del consigliere comunale, Eugenio Raneri, che pensa a una cittadina turistica proiettata al futuro, dotata di strutture che potrebbero determinare il salto di qualità di un paese che adesso, dopo il G7, sembra davvero toccare il cielo con un… dito. Fermo restando che si corre il rischio di precipitare a terra verso la triste normalità. Infatti, proprio la struttura di Piano Porto dovrebbe essere smantellata entro la fine di questo mese, se non si troverà un accordo. L’obiettivo più immediato potrebbe essere quello di fare in modo che questa eventualità possa essere rinviata almeno fino a dicembre. Un tempo utile per reperire una soluzione confacente per tutte le voci che si apprestano a dire la propria su una questione di grande importanza per l’industria turistica locale.

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