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Coronavirus, la Russia è un mistero: pochi contagi, ma ci sono dubbi sulle cifre

Di Mattia Bernardo Bagnoli |

La Russia per ora è un enigma. Da quando è scoppiata l’epidemia di nuovo coronavirus, infatti, ha registrato solo 93 casi (aumentati però di 30 nelle ultime 24 ore) ed è riuscita ad evitare le misure draconiane adottate dalla Cina – con la quale pure confina per migliaia di chilometri – e dall’Italia. Il timore, come sempre in questi casi, è che le autorità nascondano i dati reali. «La situazione in Russia è difficile, i media non raccontano la verità», ha accusato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, infastidito dalla mossa di Mosca di chiudere la frontiera con Minsk.

Ora, che a fare la morale al Cremlino sia proprio Lukashenko, definito come l’ultimo dittatore d’Europa è quantomeno curioso. Però il dato resta. Da un lato c’è la possibilità che Mosca sia stata sufficientemente veloce a introdurre misure di contenimento al virus – controlli sui cittadini cinesi a partire dal 23 gennaio, con successiva chiusura totale della frontiera, nonché sugli ingressi dalle aeree a rischio, compresa l’Europa, da fine febbraio – e, dall’altro, risultati diversi sui test dovuti a una procedura diversa, a due fasi, adottata dal laboratorio Vektor di Novosibirsk – che fornisce al Paese anche i kit per i tamponi. Valeri Soloviei, politologo dissidente, parlando ai microfoni dell’emittente Eco di Mosca ha detto che, stando alle sue fonti, ovvero medici che «non hanno perso la loro integrità», i morti in Russia sarebbero «1.600» e i malati «150mila».

Il premier Mikhail Mishustin ha negato che le autorità stiano «nascondendo» la realtà dei fatti e, al contrario, ha detto di voler rendere il più trasparente possibile la conta dei contagi – presto arriverà una piattaforma web e un hotline nazionale – proprio per poter intervenire rapidamente. La sensazione, al di là dei sospetti striscianti, è che l’onda del coronavirus stia montando. Alle porte di Mosca è in costruzione un ospedale dedicato ai casi di Covid-19 e, sia nella capitale che nelle altre città, le misure restrittive sugli assembramenti e la frequentazione delle scuole s’inaspriscono sempre di più. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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