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Corse di cavalli, l'ossessione dei boss catanesi: da Angelo Santapaola a Turi Amato

Una questione, quasi ancestrale, di prestigio criminale. Una reminiscenza feudale del comando

Redazione La Sicilia

12 Aprile 2023, 11:50

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I mafiosi catanesi, anche quelli di peso, hanno una vera e propria ossessione per i cavalli. E per le corse. Una questione, quasi ancestrale, di prestigio criminale. Una reminiscenza feudale del comando. Angelo Santapaola, il reggente della famiglia di Cosa nostra ucciso per volere del cugino Enzo nel 2007, aveva il “vizietto” delle competizioni ippiche. E soldi ne spendeva a palate. Il suo cavallo Tempesta è diventato una leggenda tra le scuderie della malavita.

Il pentito

Recentemente il cognato Silvio Corra, diventato collaboratore di giustizia, ha raccontato alcuni retroscena inediti della passione del padrino ingoiato dalla lupara bianca. Le corse di cavalli organizzate dal cane sciolto Santapaola sarebbero avvenute «a Palagonia tutte le domeniche». Alcune volte ci sono state brutte sorprese: «Siamo scappati una ventina di volte perché arrivavano i carabinieri, però ci siamo sempre andati… Ma non solo la domenica quando c’erano le corse, anche di giorno settimanale che provava i cavalli là (a Palagonia, ndr)». Le stalle del rampollo mafioso, ormai scomparso, erano a San Cristoforo.

Così come quelle di un altro “sangue blu” della famiglia Santapaola con la passione equina. Turi Amato che è il marito di Grazia Santapaola, cugina di Nitto, è considerato lo zar della strada Ottantapalmi (via Della Concordia). Qualche anno fa il suo “tesoretto” è stato sequestrato. E i poliziotti dell’Anticrimine non hanno potuto non notare le «carrozze e i calessi di pregio» trovati nei locali finiti in mano allo Stato.

Una citazione merita anche il folle boss e killer dei Cappello-Bonaccorsi Iano ‘u carateddu’ Lo Giudice, al 41bis ormai da oltre un decennio per mafia e omicidi. Da ragazzino ha sempre avuto la fissazione per i cavalli. Chi lo conosce lo vedeva scorrazzare con il calessino tra i dedali delle strade di San Cristoforo. Una passione che è diventata anche la sua rovina. Per uno strano scherzo del destino, il 10 marzo 2010 è stato infatti arrestato proprio in una stalla tra il Cortile delle Carrozze e Porto Motta.