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Chi è Margherita Cassano, l'alto magistrato che è scesa in campo per difendere la Cassazione

E' il primo presidente della Suprema Corte, così come di diritto è componente del Csm ed è senz'altro la toga più autorevole del gotha della magistratura

Redazione La Sicilia

07 Marzo 2025, 17:37

margherita cassano

Margherita Cassano - che oggi ha alzato la voce per chiedere rispetto per le decisioni delle Sezioni Unite, massimo consesso da lei presieduto di diritto in quanto Primo presidente della Suprema Corte, così come di diritto è componente del Csm - è senz'altro la toga più autorevole del gotha della magistratura. Non solo per l’assoluta posizione di vertice che ricopre, ma anche per la sua carriera fatta di solido e continuo lavoro, per il suo impegno nella magistratura associata - nel 1998 fu eletta al Csm con Magistratura Indipendente, la corrente conservatrice delle toghe allora sparuta e oggi maggioritaria - per i suoi toni netti ma dialoganti.

Cassano e il profilo sempre basso

Anche in posizione di contrarietà alla riforma del Csm e della separazione delle carriere, Cassano ha sempre invitato al confronto pacato. Nella sua visione, la magistratura - come ha ricordato lei stessa nella sua Relazione per l’anno giudiziario 2025 della Suprema Corte - è impegnata a realizzare «i più alti valori espressi dalla Costituzione», e si tratta di «uno sforzo che necessita di essere accompagnato da un contesto improntato al rispetto reciproco fra le varie Istituzioni dello Stato». Pertanto non ha esitato a definire «inaccettabili» gli insulti di alcuni politici di governo per il verdetto sui migranti.

Prima magistrato donna al vertice della Cassazione dal primo marzo del 2023, è stata anche la prima toga 'rosà nel 2020 ad essere «vice» del presidente. Consapevole del lungo cammino di riconoscimento professionale percorso dalle donne, ha definito un «traguardo collettivo» la sua elezione alla guida dell’alta Corte.

Figlia di un magistrato

Fiorentina di nascita, ma di origini lucane, è vicina ai 70 anni, anche suo padre Pietro era in magistrato. Entra nell’ordine giudiziario a soli 25 anni. Il suo primo incarico è nel 1981 alla Procura di Firenze, si fa subito notare «per attaccamento al servizio, abilità nella conduzione delle istruttorie». L’anno dopo viene chiamata nel gruppo specializzato sugli stupefacenti e sulla criminalità organizzata. Si occupa anche di omicidi, sequestri di persona, infortuni sul lavoro, reati finanziari e contro la Pubblica amministrazione e reati contro la libertà sessuale.
Dal 1991 al 1998 è alla Direzione distrettuale antimafia di Firenze, lavora fianco a fianco con il procuratore Pier Luigi Vigna. Nel 1998 viene eletta al Csm e per quattro anni fa parte della Sezione disciplinare. A fine mandato nel 2003 approda in Cassazione, alla Prima sezione penale, che in seguito presiederà. Nel 2016, il ritorno a Firenze, presidente della Corte d’appello. Ci resta quattro anni, recupera sull'arretrato e sulla riduzione dei tempi dei processi. Nel 2020, diventa presidente aggiunto della Cassazione e in tre anni scala la Suprema Corte.