Schifani si infuria con Calenda e lascia la festa di Forza Italia: «Ha offeso la Sicilia»
Il presidente ha rinunciato al suo intervento tra lo stupore dei presenti. Cosa è successo
Il governatore della Sicilia, Renato Schifani, ha lasciato la convention Azzurra Libertà, la tre giorni dei Giovani di Forza Italia in corso a San Benedetto del Tronto, rinunciando al suo intervento dopo un acceso diverbio con Carlo Calenda, ospite della kermesse.
«Calenda ha offeso la Sicilia, un comportamento assurdo da parte di un ospite, lui era a casa mia in quel momento», ha dichiarato Schifani all’ANSA. Il confronto si è svolto fuori dal tendone, poco prima dell’intervento di Calenda sul palco, alla presenza di decine di persone.
Il colpo di scena arriva meno di un’ora dopo che Schifani aveva diffuso un comunicato in cui elogiava Calenda: «Carlo Calenda è un uomo liberale, le cui idee coincidono in gran parte con il nostro progetto di economia liberale. Silvio Berlusconi avrebbe sicuramente apprezzato molte delle sue posizioni», aveva detto il presidente della Regione Sicilia.
Schifani aveva inoltre sottolineato l’importanza dell’azione politica di Antonio Tajani nel dialogo con Calenda: «Tajani fa bene a corteggiarlo, e sta facendo benissimo il segretario di FI. Sul tema delle alleanze ci sono divergenze, ma sulla visione economica Berlusconi si sarebbe ritrovato».
Il governatore ha poi evidenziato la solidità del centrodestra nelle amministrazioni locali: «Il buon governo del centrodestra trova conferma nei risultati elettorali. È un centrodestra vivo, che amministra molte regioni e dimostra l’efficacia della propria azione».
«Il rapporto diretto con i cittadini è un’esperienza che sto vivendo in prima persona, diversa dalla politica nazionale, che però resta nel mio cuore grazie a Silvio Berlusconi, con cui ho condiviso anni di sofferenze e grandi soddisfazioni», ha concluso Schifani.
Calenda e la replica
«Mi spiace che Schifani si sia offeso. Semplicemente gli ho detto ciò che penso. I siciliani sono vittime di una sistema clientelare, costoso e inefficiente. Un sistema che non è nato ieri ma che ha accompagnato la storia della regione dallo statuto speciale».
Cosa è successo
Schifani ha raccontato l’accaduto: «Io ero fuori dal tendone in attesa di parlare, quando arriva Calenda che io saluto. Lui mi guarda e dice: "Presidente, lo sai come la penso sulla Sicilia, devono affondare, è da cancellare". E io gli ho detto che il Pil dell’isola è molto cresciuto quest’anno. E lui ha detto che va abolito subito il voto segreto. Quando gli ho spiegato che non è semplice, che la mia è una Regione a Statuto speciale e che stiamo lavorando bene e lui ha risposto: "Questi che non la aboliscono devono andare al confino, le regioni vanno cancellate". E lui ha ancora ribadito: "E' uno schifo, chi non aderisce all’abolizione del voto segreto va mandato al confino". A quel punto ho risposto "Non abbiamo più nulla da dirci" e me ne sono andato. E’ inaccettabile». E aggiunge: «E pensare che poco prima con dei giornalisti lo avevo pure elogiato».
Le reazioni
Un’ondata di solidarietà è arrivata a sostegno del presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, dopo l’episodio avvenuto con Carlo Calenda durante la festa di Forza Italia a San Benedetto del Tronto.
I giovani di Forza Italia Sicilia hanno duramente condannato il gesto di Calenda, definendolo una «grave carenza di sensibilità istituzionale e politica». In una nota, hanno sottolineato che «Calenda ha scelto di offendere non solo il presidente Schifani ma l’intera comunità siciliana in un contesto dedicato ai giovani e al loro futuro. Un gesto indecoroso che condanniamo con la massima fermezza».
Le reazioni politiche: da Marco Intravaia a Stefano Pellegrino
Il deputato regionale di Forza Italia Marco Intravaia ha espresso solidarietà al governatore definendo giusta la sua difesa della Sicilia e delle istituzioni regionali: «Le dichiarazioni di Calenda sono inaccettabili, Calenda dovrebbe mostrare rispetto per i cittadini siciliani e le loro istituzioni, che rappresentano la massima espressione della Regione». Intravaia ha anche accusato Calenda di disinteressarsi della Sicilia dopo essere stato eletto sull’isola e di tentare di gettare discredito su chi lavora per il territorio.
Il capogruppo di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana, Stefano Pellegrino, si è detto sorpreso dalla coerenza delle affermazioni di Calenda, eletto in Sicilia, ma poco attivo nel rappresentare gli interessi dell’isola. Pellegrino ha definito «deplorevole» il luogo e il contesto in cui è avvenuto l’episodio, sottolineando «una preoccupante mancanza di rispetto non solo verso le istituzioni regionali ma verso l’intera comunità siciliana».
La voce della Dc Sicilia: Stefano Cirillo
Solidarietà e condanna sono arrivate anche dal segretario siciliano della Democrazia Cristiana, Stefano Cirillo, che ha definito il comportamento di Calenda come il culmine di un «disprezzo nei confronti della Sicilia e dei siciliani». Cirillo ha ricordato che Calenda dovrà rispondere in tribunale a novembre per una denuncia presentata in seguito alle sue precedenti offese, aggiungendo: «La Sicilia non si cancella, si difende. E la difenderemo sempre da chi la insulta».