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Il caso

Democrazia partecipata, sanzione della Regione per 18 Comuni agrigentini che hanno ignorato bando

Dal governo Schifani richiesta la restituzione del 2% dei fondi di bilancio destinati a persone e associazioni che propongono progetti per la collettività: l'assessorato stornerà le somme alle città che invece sono state virtuose e hanno rispettato i termini

17 Novembre 2025, 06:00

Democrazia partecipata, sanzione della Regione per 18 Comuni agrigentini che hanno ignorato bando

Un'immagine simbolica del bando sulla democrazia partecipata

Il presidente della Regione, Renato Schifani, che attualmente ricopre anche l’incarico di assessore ad interim alle Autonomie locali, ha autorizzato l’anticipo del 60% della quarta trimestralità 2025 a favore dei Comuni che hanno già percepito le prime tre rate dell’anno. Ma per 18 Comuni agrigentini ci sarà una riduzione dell'importo per inadempimenti dell'obbligo di adottare misure di «Democrazia partecipata» in relazione ai trasferimenti dell'anno 2024. La legge regionale siciliana impone a tutti i Comuni di spendere almeno il 2% dei fondi che ricevono ogni anno dalla Regione chiedendo a persone e associazioni di proporre progetti e poi scegliere quali finanziare. Se non lo fanno, si applica una sanzione: sono obbligati a restituire le somme, successivamente ripartite sotto forma di bonus tra i Comuni «virtuosi», quelli cioè che nello stesso periodo di tempo hanno speso in toto i fondi della democrazia partecipata.
I 18 Comuni sanzionati, che devono restituire determinati importi sotto forma di riduzione della quarta rata della trimestralità 2025, sono Agrigento (1.277,78 euro); Aragona (2.647,18 euro); Caltabellotta (23.237,02 euro); Casteltermini (10.103,21 euro); Castrofilippo (111,44 euro); Cianciana (79,67 euro); Comitini (317,95 euro); Favara (1.291,21); Lampedusa e Linosa (3.143,94 euro); Lucca Sicula (8.900,16 euro); Menfi (2.556,47 euro); Montallegro (11.294,51 euro); Palma di Montechiaro (112,43 euro); Racalmuto (12.474,30 euro); Realmonte (15.576,48 euro); San Giovanni Gemini (1.016,44 euro); Santa Margherita Belice (6.559,16 euro); Villafranca Sicula (4.889,70 euro).

Sono piccoli importi, ma dimostrano scarsa attenzione degli amministratori comunali a una procedura che coinvolge la popolazione su come spendere risorse pubbliche. Ai Comuni siciliani, come detto, viene imposto di spendere almeno il 2% delle somme della Regione e i progetti devono riguardare arredo urbano, spazi verdi, attività culturali, servizi sociali, iniziative giovanili e altre aree di interesse collettivo. Se un Comune non utilizza le somme in questo modo (nel sistema delle sanzioni ci sono centinaia di Comuni siciliani), è obbligato a restituirle nell’esercizio finanziario successivo. Per non essere sanzionati i Comuni dovevano completare il processo di democrazia partecipata 2024, aver pubblicato un avviso pubblico, successivamente aver scelto insieme a cittadini e associazioni gli interventi da finanziare, infine aver impegnato o speso la somma a disposizione.