Dissesto idrogeologico
Incubo a Catarratti: crollo del muraglione, 14 famiglie ancora senza casa dopo 9 mesi
Dopo la frana hanno vissuto tra alberghi provvisori, burocrazia e attese per il consolidamento del versante
di Barbara Turati
È il 28 marzo. Piove. All’improvviso un boato. Sono le 15.35. Cede un muraglione di contenimento e il terrapieno collassa sul cortile e sul parcheggio del condominio Cores. Comincia così l’incubo delle quattordici famiglie sfollate di via San Giorgio a Catarratti.
Immediatamente sul posto intervengono i vigili del fuoco, le forze dell'ordine e i volontari di protezione civile. Si attivano i servizi sociali.
Dopo qualche giorno, il 3 aprile, arriva l’ordinanza del sindaco. L’area non è sicura e va immediatamente sgomberata. Nove famiglie si organizzano in seconde case o in alloggi di fortuna. Per cinque il Comune provvede alla sistemazione temporanea al Royal Palace Hotel.
Comincia una peregrinazione che va avanti da nove mesi. I nuclei familiari sistemati in albergo dopo tre mesi vengono invitati a cercare un alloggio in affitto. È un dramma nel dramma.
Si cercano soluzioni, il comune stesso si attiva, ma il terreno in cui si è verificato lo smottamento è privato. E piovono denunce. E mentre le carte arrivano in Procura i residenti cercano di organizzarsi dando mandato ad un ingegnere di procedere alla redazione di un progetto di messa in sicurezza. Ma tutto resta fermo a causa di una serie di pastoie burocratiche.
«Da nove mesi sono fuori dalla mia casa – spiega uno dei proprietari che ha acquistato l’immobile nel 2022 e che ancora oggi paga un mutuo di quasi mille euro al mese – qualcuno mi dica quando e se potrò rientrare nella mia abitazione».
Alla vicenda si sono interessati anche i vertici dell’amministrazione, che più volte hanno incontrato gli sfollati, gli amministratori di condominio e i tecnici incaricati della messa in sicurezza. «Comprendiamo le necessità – ha spiegato il direttore generale Salvo Puccio – per questo ci siamo fatti carico di verificare la possibilità di andare a consolidare l'intero versante, attraverso un progetto molto più completo che possa interessare anche gli elementi strutturali all'interno del condominio, seppur non di competenza del Comune. Non ci tiriamo indietro. Siamo in contatto con il commissario per il dissesto idrogeologico per verificare se esistono le condizioni per agire in tal senso. I tempi però li detta la Regione».