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Processi su stragi Capaci e via D'Amelio non saranno unificati

Redazione La Sicilia

08 Febbraio 2019, 17:12

«La trattativa accellerò la morte di Borsellino: così Riina voleva mettere lo Stato in ginocchio»

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PALERMO - Non verranno riuniti in secondo grado i processi per le stragi di Capaci e via D’Amelio in corso davanti alla corte d’assise d’appello di Caltanissetta. I giudici hanno accolto la tesi della procura generale rappresentata dal pg Fabiola Furnari e rigettato l’istanza del legale dei boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino di riunire in un unico processo i due atti di accusa per gli attentati a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e gli agenti delle scorte.


La corte, così come aveva indicato la Procura generale guidata da Lia Sava, ha ritenuto che, essendo i due dibattimenti in fasi diverse - il Capaci è iniziato molti mesi prima del Borsellino quater - per esigenze di speditezza non avrebbe senso riunirli.
Per la strage di Capaci sono stati condannati all’ergastolo i capimafia Salvo Madonia, Giorgio Pizzo, Cosimo Lo Nigro e Lorenzo Tinnirello, mentre fu assolto Vittorio Tutino. Il processo Borsellino quater, invece, ha visto condannati all’ergastolo i boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino e a dieci anni per calunnia i falsi pentiti Francesco Andriotta e Calogero Pulci. Nelle motivazioni della sentenza, lunghe 1.865 pagine, i magistrati della corte d’assise di Caltanissetta parlarono del depistaggio delle indagini sull'attentato di via D’Amelio definendolo «il più clamoroso» della storia del Paese.