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Figlia Riina a Parma per autopsia padre si scaglia contro stampa: «Vi denuncio»

Di Redazione |

PARMA – Sono state effettuate nell’istituto di Medicina legale di Parma le operazioni per l’autopsia di Totò Riina, morto a 87 anni dopo un ricovero iniziato a dicembre 2015 e da una decina di giorni in terapia intensiva. Erano presenti il medico legale Rosa Gaudio, nominato dalla Procura e entrata da un ingresso secondario, e un consulente tecnico incaricato dalla famiglia Riina. Anche la figlia Maria Concetta è rimasta all’interno dell’edificio, accompagnata dal proprio avvocato, Luca Cianferoni. All’arrivo della donna, all’esterno dell’istituto di Medicina legale, si sono verificati momenti di tensione con la stampa.

«Ho dei figli minori, non ho niente da dire. Vi denuncio», ha detto la figlia maggiore del boss deceduto ai cronisti presenti. «Non posso parlare, ho dei figli minori, tre bambini piccoli che vedono la foto della madre sui giornali. Forse voi non avete capito. Ho dei figli da tutelare, per cortesia smettetela» ha ripetuto, accerchiata da fotografi e cameramen, chiedendo «rispetto per il dolore di una famiglia» e non rispondendo alla richiesta di spiegare il messaggio postato ieri su Facebook, dove invitava al silenzio.  A quanto si apprende la figlia di Riina era stata poco prima in Procura a Parma, dove era stato conferito l’incarico per l’esame medico legale per cui la famiglia ha nominato un proprio consulente tecnico.

Anche il difensore di Riina e legale della famiglia del boss di Cosa Nostra, avvocato Luca Cianferoni si è rivolto ai cronisti con toni perentori: «Là c’è un cadavere, ve ne dovete andare, questa non è stampa. Questo è scandalismo». «Ma come si permette?», ha detto in risposta ad un cronista che ha ricordato come Riina non si sia mai pentito, fino all’ultimo.  

Anche la vedova di Totò Riina, Ninetta Bagarella, e il figlio Salvo erano presenti l’istituto di Medicina Legale di Parma, dove si trova ancora la salma del boss. Sono arrivati a bordo di una Panda e Salvo ha aperto la portiera alla madre, prima di entrare da una porta sul retro. «Fatemi camminare, non vi voglio neanche vedere», ha detto Ninetta Bagarella ai cronisti. 

Gli avvocati Tiziana Dell’Anna e Luca Cianferoni, «difensori dei signori Maria Concetta Riina e Giuseppe Salvatore Riina, condannano la aggressione nei modi condotta da giornalisti e fotografi davanti al portone dell’Istituto di Medicina Legale dell’Ospedale Maggiore di Parma nei confronti della signora Maria Concetta Riina, madre di tre figli minori in età scolare». Lo scrivono in una nota all’Ansa(Agenzia nazionale stampa associata) i due legali, inviata pochi minuti dopo l’accesso all’istituto, aggiungendo che «si riservano di inoltrare immediato esposto agli Ordini professionali di appartenenza e ogni altra azione in ogni sede». 

L’autopsia su Riina si è conclusa alle 15,45. La salma è stata quindi spostata dalla sezione di Medicina legale dell’ospedale di Parma alle camere mortuarie. Il corpo è stato caricato su un furgone bianco, dentro un telo, sopra una barella. Difficilmente sarà in giornata il nulla osta della Procura di Parma per il trasferimento in Sicilia della salma di Totò Riina. «Farò la mia parte, invierò tutto al dottor Ausiello» ha detto il medico legale Rosa Gaudio, incaricata dal Pm Umberto Ausiello, che darà il nulla osta, “quando lo riterrà opportuno, ma non credo in giornata». Un’ipotesi che circola è che il trasferimento avvenga lunedì. 

E’ durata poco meno di 30 minuti la visita dei familiari di Totò Riina alla salma del capo mafia, nelle camere mortuarie del “Maggiore” di Parma. La vedova Ninetta Bagarella e i figli Salvo e Maria Concetta sono usciti dal palazzo e hanno lasciato l’ospedale insieme all’avvocato Luca Cianferoni, che li aveva attesi all’esterno dell’edificio.

Le forze dell’ordine che hanno presidiano la Medicina Legale dell’ospedale di Parma, hanno identificato durante la mattinata alcuni uomini che stavano nei pressi della struttura, a osservare i tanti giornalisti e teleoperatori. Almeno due di questi erano siciliani e hanno spiegato, anche ai cronisti, di essere semplici curiosi. «Sono un siciliano che si trova dentro l’ospedale di Parma, ho saputo che c’è stato questo evento e sono qui per curiosità», ha detto uno di loro, spiegando di essere nato a 50 km da Corleone. Da siciliano cosa pensa di Riina? «Tutto quello che si dice sulla stagione della mafia, io non l’ho mai sentito. Ci sono state delle stragi, c’è stata quella di Falcone e poco prima ci sono passato per quella strada, potevo incapparci pure io. Qui c’è una persona che è morta, è stata condannata: basta. Per me è morto un papà, che ha quattro figli». Dopo essere stati identificati, i “curiosi” se ne sono andati.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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