Notizie Locali


SEZIONI
Catania 23°

Palermo

A Corleone moglie boss Lo Bue chiede reddito di inclusione: no del Comune

Di Francesco Terracina |

PALERMO – La data non sembra casuale: Maria Maniscalco, moglie del boss corleonese Rosario Lo Bue che si trova in carcere, venerdì 23 novembre, due giorni prima delle elezioni amministrative, ha presentato al Comune la richiesta per accedere al reddito di inclusione: «Uno stratagemma, a mio modo di vedere, per evitare che potesse essere visionata dai commissari prefettizi e poi dalla nuova amministrazione», dice il neo sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi. Il responsabile della pratica aveva dato l’ok in tempi record e prima di inviare le carte all’Inps aveva invitato la donna a modificare la domanda per rimediare a un errore. Sembrava tutto fatto, prima che Nicolosi, appresa la notizia, bloccasse tutto. Ora il segretario comunale sta passando al setaccio questa e altre richieste.

Il 23 novembre le tre commissarie che avevano guidato il Comune dall’agosto 2016, dopo lo scioglimento per mafia, erano in uscita. Uno dei loro ultimi atti, il 17 novembre, fu l’intitolazione a Cesare Terranova, giudice ucciso dalla mafia, della strada dove ha casa la famiglia di Totò Riina. «Abbiamo trovato – sulla copertina della pratica – spiega Nicolosi – una nota del 26 novembre con su scritto “Avvisata”. Il dipendente che l’ha gestita ha chiamato la donna per dirle che occorreva un’integrazione, visto che era stato inserito nello stato di famiglia il marito, attualmente in carcere. L’integrazione è arrivata il 4 dicembre, indirizzata al commissario straordinario e all’assessore Attività sociali. Era il giorno del mio insediamento e la pratica arriva direttamente agli uffici, senza passare dal mio tavolo; adesso è bloccata all’Inps e sto cercando di individuare il dipendente che l’ha predisposta e che subirà un provvedimento disciplinare».

Considerato il profilo criminale di Lo Bue, che lo scorso maggio è stato condannato a 15 anni, in appello, per mafia, “sorge spontaneo il dubbio che la famiglia sia nullatenente”, osserva il sindaco. Per accedere alla platea del reddito d’inclusione è necessario che l’indice Isee non superi seimila euro. Rosario Lo Bue, pastore, fratello di Calogero Giuseppe, uno dei vivandieri che proteggeva la latitanza di Bernardo Provenzano, è considerato il capomafia di Corleone. Arrestato nel 2008 nell’operazione Perseo e poi rilasciato, è finito di nuovo in manette a fine 2015. Nel 2017, durante il periodo commissariale, una delle figlie di Totò Riina, Lucia, aveva chiesto, senza esito, il bonus bebè. La richiesta fu reiterata dal marito, Vincenzo Bellomo, e fu di nuovo bocciata. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Di più su questi argomenti: