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«Un ricatto sessuale dietro delitto di Antonio e Stefano Maiorana»

Di Redazione |

PALERMO – Un ricatto sessuale sarebbe il movente dell’omicidio di Antonio e Stefano Maiorana, padre e figlio, imprenditori, scomparsi da Isola delle Femmine (Pa) nel 2007. E’ la ricostruzione del giallo fatta dalla Procura di Palermo che nei giorni scorsi, non avendo elementi sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio, ha però chiesto l’archiviazione dell’indagine aperta a carico di altri due imprenditori, Francesco Paolo Alamia e Giuseppe Di Maggio, accusati di omicidio e occultamento di cadavere.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta, Maiorana sarebbe entrato in possesso di video hard che coinvolgeva uno dei suoi soci, Alamia, e l’avrebbe ricattato pretendendo, in cambio del silenzio sul video, le sue quote della società immobiliare Kalliope. La vittima del ricatto avrebbe finto di acconsentire dando a Maiorana un appuntamento e facendogli credere che l’avrebbe coinvolto in un affare immobiliare, ma in realtà si sarebbe trattato di un tranello e Maiorana e il figlio, da cui il costruttore si sarebbe fatto accompagnare, sarebbero stati eliminati.

I boss di San Lorenzo Salvatore e Sandro Lo Piccolo avrebbero avviato un’istruttoria interna per tentare di capire cosa fosse successo ai Maiorana che avevano aperto un cantiere nel “loro” territorio. Il pentito Andrea Bonaccorso ha raccontato ai magistrati di aver saputo dal capomafia di Bagheria Scaduto che il giorno dell’arresto dei Lo Piccolo, il 5 novembre del 2007, questi avevano un appuntamento col latitante Matteo Messina Denaro per discutere di un fatto importantissimo. L’ipotesi è che proprio il caso Maiorana fosse al centro del summit. Mentre stava andando all’appuntamento, il capomafia di Castelvetrano vedendo in volo un elicottero della polizia avrebbe fatto marcia indietro. Poco dopo i Lo Piccolo vennero arrestati proprio dalla polizia.

«Dalle indagini viene fuori al cento per cento che Antonio e Stefano Maiorana sono stati soppressi e che siamo davanti ad un omicidio e non ci sono più dubbi sull’allentamento volontario. Manca la chiave di volta: capire dove sono i corpi, mentre è stato accertato il movente che sarebbe un ricatto sessuale legato alle immagini di una persona con una minorenne. Il video era in possesso di Antonio Maiorana come ci dicono due testimoni. Lui stesso avrebbe fatto le riprese per ricattare alcune persone». Lo ha detto l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale di Rossella Accardo, madre di Stefano Maiorana, ed ex moglie di Antonio Maiorana, scomparsi nel 2007. «Ai magistrati va il nostro plauso per il lavoro svolto e la sensibilità mostrata. Adesso dovrò verificare se quanto raccolto da noi puntellerà il lavoro svolto dagli investigatori e valuteremo se ci opporremo alla richiesta di archiviazione», ha aggiunto riferendosi alla richiesta di archiviazione fatta dai pm al termine dell’inchiesta sulla scomparsa dei due imprenditori.

«Alamia mi ha detto che conosceva Matteo Messina Denaro. Non fu solo Antonio a dirmi questa cosa, fu proprio Alamia che mi disse che lo conosceva. E’ in ragione di questa conoscenza tra i due che mi spiego perché i Lo Piccolo ogni volta che hanno tentato di sapere qualcosa di questa scomparsa, si sono poi fermati e hanno fatto un passo indietro». E’ uno stralcio della testimonianza di Dario Lopez, socio di Antonio Maiorana, scomparso col figlio Stefano nel 2007, ai pm di Palermo che indagavano sulla sparizione dei due imprenditori. La deposizione è riportata nella richiesta di archiviazione del pm Roberto Tartaglia che per il duplice delitto Maiorana aveva iscritto nel registro degli indagati l’imprenditore Francesco Paolo Alamia e il costruttore mafioso Giuseppe Di Maggio. Nella ricostruzione degli inquirenti, Maiorana sarebbe stato eliminato perché ricattava Alamia minacciando di diffondere un video hard che lo riguardava. In cambio del silenzio avrebbe preteso la cessione delle quote della società Kalliope. «E’ capitato più volte che Alamia mi dicesse di fermare la macchina per chiamare da una cabina telefonica per telefonate molto riservate», ha aggiunto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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