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Palermo, al Teatro Biondo debutta in prima assoluta "Il male oscuro”

È stato un libro culto degli anni ’60 quello di Giuseppe Berto. Ora arriva a teatro nell’allestimento del regista Giuseppe Dipasquale

Salvo Barbasso

31 Gennaio 2025, 18:30

ph © rosellina garbo

ph © rosellina garbo


È stato un libro culto degli anni ’60 ma finora nessuno l’aveva mai portato in scena, “Il male oscuro” di Giuseppe Berto debutta stasera, in prima assoluta, al teatro Biondo di Palermo, nell’allestimento del regista Giuseppe Dipasquale, uno spettacolo intenso, struggente, che narra la vicenda autobiografica di uno scrittore in crisi segnato dai sensi di colpa per la morte del padre. Nel cast Alessio Vassallo nel ruolo del protagonista Bepi, al suo fianco Ninni Bruschetta, nel duplice ruolo dello psicanalista e del padre di Bepi, Cesare Biondolillo, Lucia Fossi, Luca Iacono, Viviana Lombardo, Consuelo Lupo, Ginevra Pisani. Le scene dello spettacolo, prodotto dal Teatro Biondo di Palermo insieme a Marche Teatro e al Teatro Stabile di Catania, sono di Antonio Fiorentino, i costumi di Dora Argento, le musiche di Germano Mazzocchetti, i movimenti coreografici di Rebecca Murgi.

Il romanzo di Berto è considerato un caposaldo della letteratura italiana, un successo editoriale che nel giro di una settimana si aggiudicò i premi letterari Viareggio e Campiello, eppure il romanzo fu rifiutato da più di un editore prima che Rizzoli lo pubblicasse nel 1964. L’onda lunga del successo non si è mai spenta, tanto che gli editori continuano a ristamparlo in nuove edizioni, mentre nel 1990 Mario Monicelli ne ha tratto un film, pluripremiato, affidando il ruolo del protagonista a Giancarlo Giannini.


Lo spettacolo rappresenterà l’attualità del romanzo, l’analisi accurata di un malessere profondo, nel quale oggi si riconoscono molti di noi. Bepi, l’io narrante, è uno scrittore che ha la sensazione di non riuscire a governare la propria vita. Sospinto dagli eventi, dall’incapacità di superare il trauma della morte del padre, di relazionarsi autenticamente con i familiari, la moglie, l’amante, sprofonda nel baratro della depressione. Decide quindi di affidarsi alla psicanalisi per comprendere le ragioni profonde del suo malessere. L’inettitudine del protagonista, produce paradossalmente situazioni tragicomiche, attimi di straniamento che tuttavia aiutano a comprendere la complessità di una condizione esistenziale tipicamente contemporanea, di un io diviso tra senso del dovere e desideri frustrati".

“Il male oscuro” – spiega il regista Dipasquale – colpisce per la sua attualità, per l’analisi accurata di un malessere profondo, nel quale oggi si riconoscono molti di noi".