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“Mazzette” per lavori di opere pubbliche in Sicilia: arrestati imprenditori e funzionari

Di Redazione |

PALERMO – Quattro arresti sono stati eseguiti della polizia di Stato, contestualmente ad altre dieci misure cautelari, nel corso dell’operazione denominata “Cuci e Scuci”, nei confronti di imprenditori e funzionari del Provveditorato Opere Pubbliche di Palermo accusati di corruzione, falso in atti pubblici e truffa aggravata ai danni dello Stato. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica. L’indagine, svolta dalla Sezione Anticorruzione della Squadra Mobile di Palermo, ha svelato un sistema di tangenti nel settore degli appalti per opere pubbliche che ha interessato un importante distretto ministeriale. L’input alle indagini lo ha fornito la denuncia di un imprenditore edile, al quale erano state chieste “mazzette” da parte di alcuni funzionari in servizio presso il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per lavori di ristrutturazione di una scuola elementare in provincia di Palermo. 

Gli ingegneri Carlo Amato, Claudio Monte, Franco Barberi e il geometra e geologo Antonio Casella sono agli arresti domiciliari. L’architetto Antonino Turriciano e l’assistente geometra Fabrizio Muzzicato sono sottoposti alla misura della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio per la durata di 12 mesi. Inoltre, il provvedimento cautelare prevede la misura del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi a carico di 8 imprenditori, titolari di altrettante imprese operanti nel settore edilizio e con sede nella provincia di Palermo, Enna, Messina, Agrigento. 

Le indagini sono coordinate del procuratore aggiunto Sergio Demontis e dei sostituti Pierangelo Padova e Giacomo Brandini. Al centro dell’indagine ci sono alcuni appalti per le ristrutturazioni di uffici pubblici.

A dicembre del 2017 era scattato un blitz degli agenti della Squadra Mobile di Palermo negli uffici del Provveditorato in piazza Verdi a Palermo. Un imprenditore aveva denunciato di avere subito pressioni da parte di alcuni funzionari e richieste di mazzette. Erano stati notificati cinque avvisi di garanzia dalla sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Mobile. In quell’occasione era stata anche sequestrata la documentazione riguardante alcuni lavori fatti a Palermo e provincia: al padiglione 18 dell’Università di viale delle Scienze, in un dipartimento di via Archirafi, in un appartamento delle forze dell’ordine e ancora alla caserma dei carabinieri di Capaci. Sotto osservazione quattro lavori a Enna: per la sistemazione di alcuni immobili dei vigili del fuoco, dell’Agenzia delle Entrate e della caserma della polizia intitolata al commissario Boris Giuliano; sospetti di mazzette anche sulla ristrutturazione della Chiesa di San Benedetto, nel Comune di Barrafranca. Sequestrata pure la documentazione che riguarda le scuole «Ansaldi» di Centuripe ( Enna), «Luigi Pirandello» di Villadoro (Nicosia), «Piraino» di Casteldaccia e “La Pira” di Sant’Alfio (Catania).

“E’ stata ricostruita una prassi illecita che riguardava diversi appalti, in particolare per ristrutturazioni di edifici pubblici, da scuole a caserme e alloggi di servizio”. Lo ha detto il capo della mobile di Palermo Rodolfo Ruperti parlando degli arresti eseguiti all’alba di oggi per appalti truccati.

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