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La Segre alla prof sospesa: «Cambiate nome alla vostra scuola, via Vittorio Emanuele III»

Di Redazione |

Battere l’indifferenza con la libertà di parola e di espressione, contro l’odio e nel rispetto della storia, per evitare che gli errori del passato possano ripetersi. Questo il pressante invito risuonato nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani in occasione de ‘Il valore della Memorià, evento ideato e organizzato tra gli altri dalla senatrice a vita Elena Cattaneo, che ha visto la presenza di altri senatori a vita tra cui la testimone dell’Olocausto Liliana Segre.

E gli studenti della classe II E dell’Istituto tecnico Vittorio Emanuele III di Palermo, guidati dalla loro professoressa Rosa Maria Dell’Aria, sospesa per 15 giorni per non aver vigilato sul lavoro dei suoi alunni e da pochissimi giorni reintegrata nel suo ruolo.

Proprio alla prof e agli studenti, Liliana Segre ha chiesto di «cambiare il nome della scuola. In questi giorni sto facendo uno studio su quanti istituti sono ancora intitolati a Vittorio Emanuele III e ne sono uscite fuori tantissimi. Ciò accade tanti anni dopo i tristi fatti del nostro passato e questo – ha evidenziato – dimostra che c’è ancora un vuoto di memoria, di sentimenti e di conoscenza».

«Nella mia vita tutti gli occhi delle persone a cui ho visto fare del male erano segnati dall’indifferenza», ha spiegato nel suo intervento Liliana Segre. «E quando mi si chiede se ho perdonato, rispondo ‘nò. E non dimentico». Tuttavia, «non vado nelle scuole a parlare di odio e di vendetta. Anche per questa ragione – ha ribadito – sto tentando di presentare un disegno di legge contro l’hate speech, cioè quelle parole di odio che oggi fanno ancora più paura». Rivolta agli studenti, che poi insieme alla senatrice Cattaneo ha salutato uno ad uno, Liliana Segre ha osservato che «nel filmato realizzato dagli studenti dell’istituto (in cui si parla dei migranti e contestualmente delle leggi razziali del ’38 e del decreto sicurezza voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, ndr) anche nella parte dedicata ai migranti e alle vicende della Sea Watch è l’indifferenza a regnare sovrana», aggiungendo che «proprio grazie alla libertà di parola il vostro caso è diventato importante».

Sulla stessa linea la senatrice Cattaneo, che introducendo i lavori ha salutato gli studenti ricordando come la loro scuola, «al pari delle altre, è un luogo utile al loro futuro e al futuro del Paese perché in quelle aule si allenano le menti. Oggi incontrandomi per la prima volta – ha aggiunto – alcuni di voi mi hanno riferito di ‘essere onoratì di fare la mia conoscenza e delle persone che oggi sono qui. In realtà siamo noi ad essere onorati di avervi qui, un luogo che rappresenta le istituzioni italiane e che garantisce uno spazio di libertà e di confronto. Per questa ragione – ha puntualizzato – estendiamo questa ‘buona accoglienzà ai 7 milioni di altri studenti, i quali anch’essi debbono sentirsi tutelati nel loro percorso educativo. Siamo qui oggi anche per capire quali sono le analisi e le fonti scelte per intraprendere i vostri studi».

Sul dilagare delle forme di odio si è intrattenuta la professoressa Dell’Aria. «Come dice la scrittrice Lia Levi la tempesta si annuncia goccia dopo goccia e se non si è vigili – ha detto – ci potrebbe sorprendere e fare danni. Per questo dobbiamo essere vigili, perché l’odio, anche nel web, rischia di portarci altrove». Tra i presenti anche Pietro Grasso, già presidente del Senato, attuale esponente di LeU e componente della Commissione antimafia. «Un Paese in cui i provvedimenti si annunciato via tweet non va bene», ha affermato e sulla sanzione alla prof, «aspettiamo fiduciosi il suo annullamento».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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