Recupero Bayesian, nei prossimi giorni a Palermo nuovo punto sulla situazione
Saranno presenti gli inquirenti, i consulenti, e gli avvocati degli indagati, oltre ai legali di parte civile delle vittime
A handout picture, provided by Perini Navi Press Office, shows the "Bayesian", the 56-metre sailing unit sunk in a violent storm off Palermo, Italy, 19 August 2024. NPK ANSA / Perini Navi Press Office handout +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
E’ stata anticipata a martedì la riunione a Palermo negli uffici della Capitaneria di porto sugli accertamenti irripetibili per fare il punto sul recupero del Bayesian, il veliero affondato il 19 agosto del 2024 al largo di Porticello. Dopo la morte del sub olandese e le nuove modalità di recupero, l’equipe ha deciso di fare il punto su quanto accadrà da qui fino a quando il veliero sarà portato a galla. Saranno presenti gli inquirenti, i consulenti, e gli avvocati degli indagati, oltre ai legali di parte civile delle vittime. Furono sette i morti nel naufragio, tra cui il magnate inglese Mike Lynch.
Sono tre gli indagati - il comandante neozelandese James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio di guardia Matthew Griffith - dalla Procura di Termini Imerese per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo.
Dopo la morte del sub olandese Rob Cornelis Huijben, avvenuta lo scorso 9 maggio durante le operazioni di recupero del veliero, è stata aperta una seconda inchiesta che vede indagati De Kam Pieter Leedert Willem, legale rappresentante della società olandese Smit Salvage, Willem Mange Woute, responsabile della sicurezza, e Jeroen Mooij, direttore del cantiere. Il reato contestato è omicidio colposo e violazione delle disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro. Il sostituto procuratore Raffaele Cammarano e la procuratrice facente funzioni Concetta Federico hanno accertato nuovi possibili profili di responsabilità. Da quanto si apprende la società olandese, che nel frattempo ha rinunciato all’incarico in favore di un’azienda di Olbia, non avrebbe i requisiti minimi per eseguire questo tipo di lavorazioni subacquee: i suoi dipendenti non avrebbero la formazione necessaria e la società non è iscritta al repertorio della Regione siciliana, come prevede il testo unico sulla sicurezza sul lavoro. Il 9 maggio il 39enne sommozzatore olandese morì per l’esplosione di una sacca di idrogeno durante il taglio della cerniera che lega il boma del veliero all’albero di 72 metri. L’idrogeno sarebbe stato innescato dalla fiamma ossidrica utilizzata per il taglio.