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Il delitto di Boris Giuliano, il ricordo della figlia a 46 anni dall'agguato mafioso

La figlia Selima, sovrintendere ai Beni culturali della Regione siciliana ha affidato ai social una riflessione

Redazione La Sicilia

21 Luglio 2025, 11:41

Boris Giuliano

Boris Giuliano

Sono passati 46 anni quando in un agguato mafioso Leoluca Bagarella uccise il capo della squadra mobile di Palermo Boris Giuliano, al bar Lux in via Francesco Paolo Di Blasi, il 21 luglio 1979. Giuliano fu tra i primi a capire le trasformazioni criminali di Palermo negli anni Settanta e a cogliere i rapporti tra politica e Cosa nostra.
La figlia Selima, sovrintendere ai Beni culturali della Regione siciliana ha affidato ai social una riflessione: «Cosa saremmo noi se 46 anni fa una voce alla radio non avesse dato la notizia di una sparatoria in via di Blasi. Cosa saremmo noi se la nostra vita fosse rimasta uguale, normale, serena. Cosa saremmo noi se in tutti questi anni avessimo avuto confronti, consigli, contrasti e abbracci. - scrive la figlia - Come saremmo diventati? Saremmo stati migliori, forse, o forse saremmo stati solo più 'pienì e i nostri occhi avrebbero avuto quella luce particolare che ha chi è abituato a vedere, in chi ama, l’amore e la dolcezza infinita. E invece siamo noi con le nostre storie uguali di figli, fratelli, coniugi e genitori di vittime della mafia. siamo noi che nonostante il tempo percepiamo ancora il vuoto, ci commuoviamo e ci emozioniamo. Siamo noi che continuiamo a sperare e a credere nella giustizia e nello Stato».

Sono passati 46 anni dall’omicidio da parte di Leoluca Bagarella del vice questore Giorgio Boris Giuliano, ucciso il 21 luglio del 1979 dalla mafia nel bar Lux in via Francesco Paolo Di Blasi. Sette colpi alle spalle mentre il capo della mobile stava bevendo un caffè. Le indagini sul traffico di eroina, sui tanti soldi che transitavano dallo scalo palermitano di Punta Raisi e sul covo ancora caldo di Bagarella scoperto avevano reso il capo della mobile un pericolo per l'organizzazione mafiosa. Era arrivata anche una telefonata in questura che aveva annunciato la volontà della mafia di uccidere il poliziotto. La questura di Palermo lo ha ricordato nei pressi del bar dove stato ucciso. Il questore di Palermo Maurizio Calvino con il prefetto di Palermo Massimo Mariani e i parenti del capo della mobile ha deposto una corona di alloro. Dopo è stata celebrata una santa messa nella cappella nella caserma Lungaro. La celebrazione è stata officiata dal cappellano della polizia di Stato palermitana, don Massimiliano Purpura.

Anche il presidente della Regione Renato Schifani ricorda il commissario di Polizia ucciso dalla mafia. «Nel giorno dell’anniversario della scomparsa del vicequestore Giorgio Boris Giuliano, rinnovo il tributo a un servitore dello Stato che ha incarnato al meglio dedizione, competenza e integrità. Giuliano ha svolto il suo ruolo con profondo senso delle istituzioni, promuovendo legalità e giustizia e contribuendo con rigore alla difesa dell’interesse pubblico». Lo dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in occasione del 46° anniversario dell’uccisione del capo della Squadra mobile di Palermo.
«Il suo nome - prosegue - resta sempre un riferimento per le nuove generazioni delle forze dell’ordine. Ricordarlo oggi significa riaffermare il valore della memoria come fondamento di un autentico impegno civico. A lui il nostro omaggio. Alla sua famiglia, in questo giorno di raccoglimento, esprimiamo vicinanza e gratitudine».
Questa mattina, alla cerimonia di commemorazione in via Francesco Paolo Di Blasi, a Palermo, era presente il gonfalone della Regione. In rappresentanza del governo, su delega del presidente Schifani, l’assessore Alessandro Aricò ha deposto una corona d’alloro.