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Galvagno, inchiesta a un bivio: new entry nell’avviso dei pm?

Oggi scade il termine della proroga d’indagine. Attese le pec dei pm di Palermo, non si escludono sorprese

Laura Distefano

24 Luglio 2025, 15:31

Gaetano-Galvagno

Oggi gli occhi sono puntati sulla pec degli avvocati difensori degli indagati dell’inchiesta sui fondi all’Ars. Oggi è il giorno. O, almeno, dovrebbe esserlo. Scade la proroga delle indagini a carico di Gaetano Galvagno. E il passo che potrebbe aver programmato la procura di Palermo è quello di inviare con una puntualità svizzera l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. La notifica potrebbe riguardare non solo i 9 che sono coinvolti nei tre capi d’imputazione in cui è citato il presidente dell’Ars. E quindi potrebbero spuntare altri nomi oltre l’ex portavoce Sabrina De Capitani, l’amica di “Uomo 6” Marianna Amata, l’imprenditrice Marcella Cannariato, l’event manager Alessandro Alessi e alcuni membri dello staff di Galvagno. Potrebbero esserci new entry, che però già conosciamo dalla lettura delle carte. Come il dimissionario segretario particolare dell’assessora al Turismo, Elvira Amata, Pippo Martino che avrebbe ottenuto un incarico di consulente legale da Cannariato in una delle società della “galassia” Dragotto. E potrebbe ricevere qualche atto dai pm di Palermo, anche il “regista” del Turismo (a trazione Fratelli d’Italia) Nicola Tarantino, uno dei primi ad essere iscritti nel registro degli indagati nel 2023 per il caso del festival di Cannes.


Ma l’attesa spasmodica ai Palazzi D’Orleans e Normanni riguarda principalmente il golden boy meloniano. Le accuse mosse nei confronti di Galvagno sono corruzione e peculato. Il primo è connesso all’elargizione di fondi regionali per eventi a due fondazioni collegate a Marcella Cannariato che sarebbero stati “pilotati” al fine di ottenere come «utilità» contratti per lo staff del presidente dell’Ars e favori personali. Il secondo è il finanziamento del Capodanno a Catania organizzato dall’impresario Nuccio La Ferlita: il prezzo della corruzione biglietti a gogo per concerti e due consulenze a chi già lavorava nel settore comunicazione della presidenza dell’Ars.

Ma è il peculato, connesso all’uso «improprio» dell’auto blu, quello che preoccupa di più il pupillo di Ignazio La Russa. L’ansia si è percepita anche quando ha scelto di non usufruire più del benefit che il ruolo istituzionale gli concede. Decisione che non cancella il pregresso, ma sicuramente blocca l’orologio della contestazione giudiziaria. Ed è qui che sono nati i ragionamenti politici su temi tecnico-giuridiche. La mossa del “non uso dell’auto blu” (con annuncio pubblico ) per evitare «una misura interdittiva» ha davvero poco fondamento. Perché è il ruolo istituzionale - cioè essere presidente dell’Ars con tutti i poteri connessi - a fornire l’elemento della possibilità di reiterazione di comportamenti illeciti e come effetto consequenziale l’esigenza di un provvedimento che limiti il rischio di continuare la condotta distorta. Il pericolo di reiterazione e la sussistenza delle esigenze cautelari sono due fra i tre pilastri (assieme alla gravità degli indizi di colpevolezza) su cui si deve basare l’emissione di una misura cautelare da parte di un giudice per le indagini preliminari. Ma se ci fosse stata al tavolo del gip una richiesta per una misura cautelare quale sarebbe stato il motivo di un “avviso” di proroga? La discovery sarebbe arrivata con l’esecuzione del provvedimento. Basterebbe guardare quello che è accaduto - e neanche troppo tempo fa - negli uffici giudiziari della parte orientale dell’isola. Ma quella è un’altra storia (giudiziaria).
Tornando a Palermo, la direzione che pare stia prendendo l’inchiesta al bivio è quella di una richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati con réunion di tutti i filoni (figli e figliastri di Cannes) prima dell’equinozio d’autunno. Fantagiudiziaria? Forse.