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A Palermo a rischio chiusura i centri Sprar

Di Carmela Marino |

PALERMO – A Palermo i centri di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo, inseriti nel sistema Sprar e finanziati dal ministero dell’Interno, sono al collasso. A denunciarlo è il presidente della Consulta delle culture Adham Darawsha, che punta il dito contro «l’incapacità gestionale del Comune». Le strutture accreditate in città e deputate all’accoglienza e presa in carico di rifugiati e richiedenti asilo sono sette, e occupano decine di operatori inclusi psicologi e mediatori culturali. I posti disponibili per l’accoglienza in totale sono 126; così ripartiti: 94 ordinari e 32 aggiuntivi.

Il finanziamento annuale stanziato dal ministero, invece, ammonta a poco più di un milione di euro.  «Già a settembre dello scorso anno – dice Darawsha – sono emerse le prime criticità, perché il Comune non ha destinato le risorse ministeriali in tempi rapidi. I centri sono rimasti senza soldi e sono andati avanti grazie a chi ci lavorava, e che ha continuato a farlo senza stipendio per mesi. Ad aprile finalmente le somme ordinarie dovute per il 2015 sono state erogate, ma manca all’appello la quota aggiuntiva e che ancora per ragioni da addebitare al Comune non sono state pagate. Per il 2016 il ministero ha già stanziato il 40% del dovuto, ma i pagamenti sono fermi».

«Sono molto amareggiato – aggiunge -. Questa situazione è insostenibile, per operatori e immigrati, e rischia di mettere in crisi l’unico modello di accoglienza per adulti valido e presente nella città dell’accoglienza e della Carta di Palermo». «I centri rischiano di chiudere, perché somme statali restano bloccate per ragioni burocratiche. – prosegue – Se il Comune, con i vari assessorati, non è in grado i gestirli in tempi rapidi lo dica al ministero e gli Sprar si facciano in altre città». «Ho già fatto presente questa vicenda all’amministrazione – conclude- mi auguro che i principi contenuti nella Carta di Palermo vengano portati avanti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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