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Il frate tradito: no ai fondi per il film su Biagio Conte

La produttrice Gloria Giorgianni: «La Regione finanzia miniserie su Messina Denaro, noi andremo altrove»

Redazione La Sicilia

27 Agosto 2025, 08:18

Biagio Conte1

«Sono profondamente amareggiata e molto delusa. Non solo da produttrice, ma da siciliana che ama la sua terra. Perché, adesso, sarò costretta a girare il film su Biagio Conte fuori dalla Sicilia». Gloria Giorgianni, la produttrice a capo della società di produzione Anele, non nasconde la sua delusione. Il progetto cinematografico dedicato a Fratel Biagio Conte, proposto dalla sua società, in collaborazione con Rai Fiction, prima non è stato ammesso al finanziamento da parte della Film Commission della Regione siciliana. Poi, fortemente voluto dal Presidente Renato Schifani, il finanziamento era stato inserito dalla Giunta nella recente manovra finanziaria. Ma in Commissione Bilancio furono stralciati una trentina di articoli, tra cui anche il finanziamento al progetto su Biagio Conte. E, alla fine, il film è rimasto senza finanziamenti.

«La mia idea era di girare il film tutto in Sicilia – dice ancora Giorgianni in una intervista all’Adnkronos - fin dalla preparazione. Pensavamo di portare tutta la produzione a Palermo, con un indotto complessivo enorme. Invece, sono costretta a portare qui la produzione al minimo, forse per una settimana. Con quello che i nostri partner ci consentono. Il film lo riusciamo solo a fare grazie alla Rai e Rai fiction».

«A questo punto dobbiamo girarlo in altro territorio- aggiunge - Significa rinunciare dal punto di vista imprenditoriale e delle risorse, rinunciare a un indotto e a una progettualità che dovrebbe partire dalle istituzioni. Questo è un film fortemente identitario. Non è la solita storia di mafia e antimafia».
E ricorda ancora: «La Sicilia Film Commission ha un massimo di finanziamento fino a 750 mila euro a progetto, nelle altre regioni d’Italia le Film Commission danno somme inferiori ai film. In Calabria danno al massimo 500mila, in Puglia al massimo 450mila, in Piemonte 400mila. Sarebbe stato opportuno, secondo me e anche secondo altri, magari distribuire le risorse e finanziare più film che la stessa Commissione ritiene finanziabile».

«Facendo l’imprenditrice - prosegue - devo pianificare il lavoro. Il film si fa grazie alla Rai e al contributo della Fondazione Sicilia e della Banca Popolare di Ragusa, nostri partner, a dimostrazione che esistono anche delle interlocuzioni territoriali che portano contribuiti e delle adesioni. La mia intenzione era di portare il film tutto a Palermo e di fare una operazione non solo imprenditoriale ma anche narrativa, legata all’industria. Sono profondamente dispiaciuta e amareggiata del fatto che sono costretta a dovere impostare il film fuori dalla Sicilia e credo che per l’ennesima volta la città abbia perso una occasione di aderire a un racconto fortemente identitario e una operazione di imprenditoria culturale».

«Prendo atto che in Sicilia non c’è cultura imprenditoriale - racconta ancora la produttrice - Io faccio parte di quella generazione di chi è andata via dalla Sicilia. Ho provato a portare un film nella mia terra, un film che abbia un segno diverso dalla solita dialettica di mafia e antimafia. Questo è un altro elemento. Viene finanziata una miniserie su Matteo Messina Denaro. Constato che in Sicilia si fa molta fatica a fare impresa. Il fatto che non porto il film in Sicilia significa non coinvolgere maestranze locali. Fuori da Palermo e dalla Sicilia la storia di Biagio Conte non è molto conosciuta. Una storia di comunione, di pace, fratellanza».