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Blitz Comune Palermo, “Orlando perderà voti, noi con il sindaco di Salvini”

Di Mario Barresi |

Il tasso di “fedeltà” dei corruttori è la variabile politica più aleatoria che esista. «Orlando è un coglione!», è la conclusione a cui arriva il palazzinaro Giovanni Lupo con riferimento al sindaco di Palermo, Leoluca. La spiegazione di un giudizio così duro è nel resto dell’intercettazione di una conversazione con l’architetto Fabio Seminerio, un altro dei sette arrestati di “Giano Bifronte”.

«Sì, Orlando rischia di passare per il Sindaco che non… che ha alla fine “s’asciugò” la città», lo rassicura l’interlocutore. E l’imprenditore: «Ma uno… nella vita per prendere voti, ti prego di seguirmi, bisogna fare le cose». Le “cose” sarebbero i piani di lottizzazioni per i quali brama il comitato d’affari. «No, io quando faccio le riunioni sono capace di riunire cinquecento, mille persone», mostra i muscoli (alias: il potere elettorale) l’imprenditore, che incassa dall’architetto la rassicurazione su un decisivo via libera in consiglio comunale, che poi comunque non voterà il piano. «Sta cosa delle Cooperative, Mario (Li Castri, il burocrate arrestato, ndr) è stato a cena con Tantillo, subito prima delle vacanze di Natale». Il riferimento è a Giulio Tantillo, consigliere comunale di Forza Italia. Ma il sindaco sembra non dare segnali.

Lupo: Ma poi anche lui Orlando, minchia è stata una promessa sua, sai, sacrosanta, davanti a a a duecento persone, a trecento persone

Seminerio: Orlando se ne fotte!

(…)

Lupo: (inc.) cento dieci, cento venti voti. Cioè, voglio dire, gli è costato! A Orlando questa operazione, se non la fa, gli costerà cinquemila voti! Gli costerà la situazione da così a così! Cioè, non è uno scherzo (inc.).

E allora arriva la minaccia di cambiare cavallo. «Questi voti, purtroppo, sai come va a finire? Allora tutti abbiamo votato… siccome Cammarata non ha fatto niente, per reazione a Cammarata…», dice Lupo. E aggiunge: «Hanno votato Orlando! Questa volta, invece, per reazione a Orlando voteranno più di un altro minchia!». Chi? «Salvini!», suggerisce Seminerio. Specificando il nuovo scenario politico: «Per il sindaco di Salvini». A nulla serve il contatto con l’ex assessore Emilio Arcuri. «Se se Arcuri va a guardare tra i due finanziatori, anche, ci sono assegni miei, personali! (inc. si accavallano le voci, ndr) l’ultimo di cinque (inc.) va! E finanziare la sua candidatura e poi me lo sono trovato… ma devi capire che ti voglio che ti voglio… me lo sono trovato contro!», confessa l’imprenditore arrestato. I due dirigenti comunali di Palermo arrestati per corruzione «continuano a godere di un’ampia fiducia all’interno degli organigrammi comunali», scrive il gip di Palermo. Che sottolinea anche «la strettissima contiguità che, nonostante le recenti vicende giudiziarie che lo hanno riguardato, continua a legare Li Castri» ad Arcuri, «contiguità ad esempio tradottasi in vere e proprie richieste di suggerimenti/nulla-osta che l’assessore ha avanzato sulle modalità con cui ruotare gli incarichi dirigenziali all’interno dell’Area tecnica comunale». Eppure, in un’intercettazione, lo stesso Arcuri sembra prendere le distanze dal nuovo “sacco”. «”Sono atti che ho firmato pure io… col mal di pancia», dice al telefono. Non è mai troppo tardi.

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