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Nomina Dap, Bonafede su Di Matteo: «Volevo dargli ruolo di Falcone»

Di Redazione |

ROMA – «Mi convinsi dopo la prima telefonata e, in occasione di quel primo incontro, che l’opzione migliore sarebbe stata quella di riproporre al dottor Di Matteo un ruolo equiparabile a quello che era stato di Giovanni Falcone. Avrebbe richiesto certamente più tempo e avrebbe implicato probabilmente una riorganizzazione del Ministero ma ne sarebbe valsa la pena perché, nel progetto che avevo in mente, gli avrei consentito di lavorare in Via Arenula, al mio fianco».

Lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede nella sua informativa alla Camera sulla mancata nomina di Nino Di Matteo al vertice del Dap. «La mafia, che vive di segnali – ha aggiunto – non sarebbe andata a guardare l’organigramma del Ministero per verificare quale ruolo fosse più in alto o più in basso. La mafia avrebbe constatato una sola circostanza: Di Matteo, dentro le istituzioni, lavorava al fianco del Ministro della giustizia».  

“La nomina del capo del Dap e’ avvenuta secondo la legge con la piu’ ampia discrezionalita’ e non c’e’ stato alcun tipo di condizionamento”, ha aggiunto Bonafede. “Qui ci sono particolarita’ che meritano di essere evidenziate – ha aggiunto -. E’ importante per me essere qui, trasparenza e la verita’ rappresentano i migliori antidoto contro i dibattiti contaminati dalla menzogna e dalla malafede, come quelli degli ultimi otto giorni”. “Non mi riferisco alle parole del dottor Di Matteo ma a quelle parole del dibattito politico e mediatico ha generato una serie di caotiche e vergognose illazioni e suggestioni istituzionalmente e personalmente inaccettabili”, ha spiegato Bonafede. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA