PALERMO – «Dobbiamo ricordare chi si oppose a Giovanni Falcone impedendogli di insegnare all’Università e chi lo ostacolò in altri fronti: questo è necessario per trarne insegnamento e per continuarne a farne memoria da tramandare, perché non si ripetano più certe cose». Così il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, intervenendo alla Conferenza dei rettori siciliani in streaming. 

“Non credo di far torto a nessuno se dico che magistrati come loro purtroppo non ce ne sono stati più, e forse non ce ne sono più neanche adesso”, ha aggiunto il procuratore in riferimento a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino.”C’è stato forse qualche imitatore – dice ancora Lo Voi -, sicuramente in buona fede, ma gli imitatori non sono mai come gli originali, e a volte, alcuni imitatori fanno anche sorridere, perchè in altri ambienti, questo è il loro mestiere”. Falcone, “aveva una straordinaria capacità di lavoro”, continua il procuratore, ” non gli stava dietro nessuno, lo dicevano i suoi colleghi, e i pubblici ministeri che lavoravano con lui”.

«Di ritorno da una rogatoria all’estero a Roma, Falcone l’indomani avrebbe dovuto tenere un corso di formazione al Csm e non aveva preparato la relazione. Arrivarono stanchi di sera e Falcone congedandosi dal collega disse: ‘Devo preparare la relazione per domanì. Falcone fece la sua relazione e quel collega mi raccontò: “Era più fresco di me, nonostante abbia passato la notte in bianco”. Non so quanti magistrati ci siano oggi con queste capacità».

“La lotta alla mafia, ha continuato Lo Voi, deve essere come una nuova resistenza”. Il procuratore ha sottolineato come la resistenza al nazifascismo “fu qualcosa che non è stata combattuta un giorno sì e uno no, ma ogni giorno fino alla vittoria. Questa (la lotta alla mafia ndr) è una nuova resistenza e non possiamo permetterci di combatterla e ricordarla solo durante le commemorazioni. Abbiamo il dovere di farlo ogni giorno”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA