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Regione, dopo l’ estate dei «dipendenti fannulloni» primi passi del governo per riforma burocrazia

Di Giuseppe Bianca |

Palermo – La lunga estate dei «dipendenti regionali fannulloni» – espressione con cui Nello Musumeci un paio di mesi fa scomunicò di fatto la sua burocrazia – volge al termine. Il governo adesso guarda agli obiettivi possibili e al riordino della macchina amministrativa. Una riunione-fiume, durata oltre tre ore, si è svolta mercoledì a Palermo, nell’assessorato della Funzione pubblica, tra l’assessore Bernadette Grasso, il capo del personale della Regione, Carmen Madonia, e i principali sindacati dei dipendenti per discutere una prima bozza di riforma dell’amministrazione regionale e del nuovo assetto della dirigenza.

Il 4 settembre scorso il contratto della dirigenza è stato trasmesso alla giunta di governo regionale. Tra i punti della bozza di cui si è discusso nella riunione di mercoledì alcune problematiche relative al conferimento incarico ad esterni, il fatto che gli incarichi dirigenziali negli uffici di gabinetto devono essere a titolo gratuito per i dirigenti in pensione e la modifica della clausola di salvaguardia che non si applica ai dirigenti generali. Dalla riunione è emerso inoltre che dal punto di vista finanziario sono state effettuate tutte le verifiche necessarie per garantire la copertura dei costi contrattuali all’interno delle risorse messe a disposizione.

Nella riunione non è mancato inoltre lo spazio relativo al comparto. Proprio su questo versante è emerso lo scontento del Siad-Cisal, rilevato da Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto: «Il rinvio della riclassificazione del personale regionale al prossimo contratto è una sconfitta per tutti – dicono i sindacalisti -. Così come rimangono lettera morta le progressioni orizzontali, la rideterminazione dello straordinario, l’adeguamento delle pensioni e perfino l’accordo sulla dirigenza firmato in fretta e furia a fine dello scorso dicembre». Non tutto è da buttare, ma molto è da rifare per Siad-Cisal: «L’unica nota positiva – concludono Badagliacca e Lo Curto- è la ripresa del confronto col governo regionale dal quale ci aspettiamo segnali concreti come l’avvio della riorganizzazione dell’Amministrazione regionale, il rinnovo del contratto 2019-21 e la soppressione dell’Aran Sicilia».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA