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Sicilia, forche caudine per diventare avvocati: idonei meno della metà

Di Michele Guccione |

Palermo – In un periodo di grande fabbisogno di medici, in Italia l’accesso alle scuole di specializzazione di Medicina resta incredibilmente limitato a pochissimi posti disponibili (la maggior parte nelle università del Centro-Nord) e alla fortuna di superare una sorta di roulette russa costituita da test di ammissione con domande che spesso hanno poco a che vedere con le materie da studiare. Ma c’è un’altra professione di cui c’è bisogno e sulla quale puntano i giovani per costruire un futuro, ma la cui via di accesso (l’esame di abilitazione) mantiene anch’essa le caratteristiche delle forche caudine: quella di avvocato. Non si capisce da cosa dipenda, se dalla severità delle commissioni esaminatrici o dal grado di preparazione dei candidati, o da entrambe le cose. Fatto sta che i numeri evidenziano la gravità del fenomeno, che peggiora di anno in anno e che, come era prevedibile, vede la Sicilia in coda alla classifica.

Su 18.037 candidati dell’ultima tornata di esami a livello nazionale, quella del 2019, solo 8.150 hanno avuto finora un esito positivo, ovvero il 45,18%. Gli esami si svolgono nelle città sedi di Corte d’appello e a valutare gli elaborati sono commissioni provenienti da altre Corti scelte tramite sorteggio. La sede con la percentuale più alta di promossi risulta Torino con il 60,66%, mentre la sede di esame con la valutazione più severa è Caltanissetta con nemmeno il 25% di candidati idonei.

In Sicilia si sono registrati questi dati: a Palermo (commissione proveniente da Catanzaro), su 1.016 elaborati sono stati giudicati in maniera positiva 584 compiti (57,04%); a Messina, su 306 elaborati esaminati dalla commissione proveniente da L’Aquila, sono risultati idonei quelli di 145 aspiranti avvocato (47,3%); a Catania (commissione di Firenze), su 776 compiti, idonei in 335 (43,1%); a Caltanissetta (commissione di Trento), su 197 compiti solo 48 sono stati considerati sufficienti, pari al 24,3%. In totale, quindi, su 2.295 aspiranti siciliani, gli idonei sono solo 1.112, poco meno della metà. Il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Lumsa di Palermo prova a ribaltare la situazione dell’Isola avviando un corso di perfezionamento per la preparazione all’abilitazione forense, che mira a fornire gli strumenti per affrontare meglio l’esame, con approfondimento delle tematiche di diritto selezionate, sia nei loro elementi teorici centrali sia in una dimensione pratica, grazie al continuo richiamo alla casistica e, soprattutto, alla più recente elaborazione giurisprudenziale. Oltre allo studio delle tecniche di redazione di pareri motivati e atti giudiziari (civili, penali e amministrativi) è prevista un’intensa attività di scrittura giuridica. Oggi e domani lezioni gratuite di prova sulla piattaforma Meet, dedicate al parere di diritto civile e a quello di diritto penale. Per partecipare inviare mail a j.morana1@lumsa.it. Il corso comincerà a febbraio (di venerdì e sabato) per 400 ore fino a gennaio 2022.

Altra iniziativa in Sicilia è proposta dall’associazione Nichife, il cui corso partirà il 28 gennaio, che promette «un metodo innovativo di studio differenziato utilizzando la didattica circolare».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA