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Giovane ucciso a Palermo, uno dei fermati tenta di scagionare il figlio

Di Redazione |

PALERMO – Domenico Romano, 49 anni, fermato per l’omicidio di Emanuele Burgio, il 26enne ucciso lunedì a Palermo, interrogato dalla polizia ha cercato di alleggerire la posizione del figlio Giovanni Battista, finito in cella con lui e con lo zio Matteo. Ha raccontato che a sparare a Emanuele non sarebbe stato il giovane e che il figlio era andato sul luogo del delitto solo per avere un chiarimento con la vittima dopo la lite che i due avevano avuto nei giorni precedenti. A fare fuoco – ha ammesso Romano – sarebbe stato il fratello Matteo. Dalle immagini dei video di sorveglianza piazzate nella zona del delitto si vede Giovanni Battista passare la pistola allo zio. La versione di Domenico Romano adesso dovrà essere vagliata dagli agenti della squadra mobile. Il procuratore aggiunto Salvatore De Luca ha disposto il fermo dei tre indagati per concorso in omicidio. Un omicidio premeditato aggravato dai futili motivi. 

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