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Palermo, prof allo studente: «Sei uno str…». Miur condannato

Di Redazione |

PALERMO – Inciampò sullo zaino di un compagno mentre tornava dalla cattedra dopo avere chiesto chiarimenti su un compito e l’insegnate d’inglese lo riempì di parolacce e ingiurie: «sei uno str…, sei un cretino, ti senti un c… e mezzo, sei un rompic… non sei adatto a questa società». Per quella sfuriata in classe il ministero dell’Istruzione è stato condannato a risarcire l’alunno e i genitori per i danni morali e patrimoniali. La sentenza è stata emessa dalla prima sezione civile del Tribunale di Palermo e il ministero non ha fatto appello.

Per l’avvocato Salvatore Ferrara, legale dei genitori del minorenne, «la sentenza è importante per due aspetti: riconosce la responsabilità per gli abusi dell’insegnante e soprattutto riconosce anche ai congiunti il diritto al risarcimento del danno in base al principio della solidarietà familiare». Si tratta di «un precedente innovativo – sostiene il legale – sebbene accennato in obiter dictum dalla Cassazione nel 2002». Dopo avere appreso quanto accaduto dal figlio che frequentava il primo anno nel liceo scientifico ‘Cannizzarò a Palermo, i genitori inviarono due esposti all’istituto e all’Ufficio scolastico regionale. Il padre scrisse una lettera all’allora ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, che qualche giorno dopo però lasciò l’incarico a Stefania Giannini.

Acquisita la relazione degli ispettori inviati dal ministero che ascoltarono la docente e gli altri studenti che confermarono gli epiteti, i genitori tre anni fa fecero causa al dicastero che, costituendosi in udienza, prese atto dell’accaduto rilevando come avesse risposto tempestivamente con una ispezione e con conseguenti misure disciplinari nei confronti dell’insegnante, opponendosi comunque alla quantificazione del risarcimento danni. Ma il giudice Carmela Caranna ha accolto la tesi della famiglia. Il ministero è stato condannato a pagare 5 mila euro per metà al minore e per l’altra metà in favore dei genitori come danno morale. Dovrà anche risarcire 1.806 euro alla coppia come corrispettivo della retta pagata per l’iscrizione del figlio in un liceo privato. Per le conseguenze morali subite dal figlio, la coppia fu infatti costretta a fargli cambiare scuola, iscrivendolo in un liceo privato, l’unico che accettò di prendere in carico il ragazzo nel pieno dell’anno scolastico.

«Quella emessa dal Tribunale di Palermo è una sentenza molto importante, ma bisogna stare attenti a non criminalizzare la classe dei docenti che svolge un ruolo importante e spesso non viene valorizzata per quello che meriterebbe – aggiunge l’avvocato Ferrara – Casi del genere sono limitati, agli insegnanti va dato il merito del ruolo educativo che svolgono». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA