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Impasse Regionali, dopo Ferragosto il nome del candidato centrista

Di redazione |

ROMA – – Il centrosinistra insegue il «modello Palermo». Il centrodestra guarda al «modello Liguria». Angelino Alfano, che in entrambi i casi vittoriosi c’era, ma senza il simbolo di Ap, punta a invertire lo schema di gioco e presentare un suo candidato, per poi vedere chi lo sostiene. E’ tutto qui lo stallo siciliano. Con la trattativa dei centristi che procede sottotraccia e i veti dall’una e dall’altra parte (ma anche i malumori dentro Ap) che bloccano l’intesa. Ma Ap e i centristi di Casini e D’Alia provano a fare un passo avanti e annunciano per la prossima settimana la presentazione del loro candidato.

Nel pomeriggio il coordinatore di Ap Giuseppe Castiglione incontra Gianpiero D’Alia. Si va avanti, conferma al termine, sulla rosa di tre nomi indicati da Casini: lo stesso D’Alia, Giovanni La Via (che appare il più quotato) o Dore Misuraca. “Vedremo chi vuol venire con noi per realizzare l’alleanza», afferma Castiglione. Si inverte così lo «schema di gioco», con una soluzione che permetterebbe di superare anche la divisione dentro Ap tra chi vuole il dialogo con i Dem e chi invoca il centrodestra. Alfano dunque per ora tiene aperta ogni possibilità, anche se la trattativa sembra molto più avanzata con il centrosinistra (si sarebbe ragionato, secondo i ‘rumors’, anche sul piano nazionale, a partire dalla soglia di sbarramento al 3% nella legge elettorale).

Ma se su un nome centrista potrebbe convergere il Pd, in casa Dem si continua a preferire una soluzione «civica» (sarebbe pronto a correre il rettore dell’università di Palermo Fabrizio Micari). Su un candidato governatore centrista, infatti, potrebbe arrivare il no della sinistra. «Noi – afferma Mdp con Francesco Laforgia – non staremo in un’alleanza con Alfano o che non preveda un riscatto vero per la Regione». Dal Pd assicurano che il dialogo (per il quale è impegnato dal Nazareno Lorenzo Guerini) è in corso e che è possibile arrivare a un’intesa sul modello Palermo, da Leoluca Orlando ad Alfano, che sceglierà «il candidato più idoneo». Se si creasse uno stallo, fonti Dem non escludono che si opti per primarie di coalizione: «Sono possibili, anche se non probabili». Intanto nel partito si segnalano contatti tra dirigenti di maggioranza e di minoranza, per garantire un lavoro unitario ed escludere spaccature sull’ipotesi di accordo con Alfano.

Quanto al centrodestra, Fi – che la prossima settimana scioglierà la riserva – tiene accesa la fiammella del dialogo con i centristi e una lieve apertura sembra venire da Giorgia Meloni: la sua posizione è che se il suo candidato Musumeci, nel costruire la coalizione, lo riterrà opportuno, si potrebbe accogliere una lista di alfaniani spogliati del simbolo di Ap, sul «modello Liguria». La leader di Fdi precisa poi che resta il no all’alleanza con «chi ha tradito gli elettori» e governato con Crocetta in Sicilia e il Pd a Roma. Ma correre senza il simbolo in Sicilia per Ap è una proposta inaccettabile. Stringere un accordo a Palermo con chi pone il veto a livello nazionale, sottolinea l’alfaniano Fabrizio Cicchitto, non è proponibile. Meglio, dice Cicchitto, correre da soli. 

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