Cottarelli, l'esperto di conti dal Fondo monetario a palazzo Chigi
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ROMA - Il treno e il trolley. Arrivato di corsa da Milano per ricevere da Sergio Mattarella l’incarico per formare il governo, Carlo Cottarelli non perde le sue abitudini: dopo aver usato scooter in affitto come negli anni da commissario alla spending review, si presenta al Colle in taxi e non solo con la valigia ma anche con l’inseparabile zainetto, sorridente, un po' emozionato, come ha confessato a chi gli ha parlato durante il viaggio, pur mantenendo uno stretto riserbo. «Non posso dire niente» ha ripetuto per tutta la giornata, dopo avere spiegato le sue intenzioni uscito dalla Sala alla Vetrata del Quirinale: governo in tempi brevi, e gestione «prudente dei conti» in cima all'agenda. All'uscita si lascia scappare un «ma sì» a chi gli chiede se è andata bene, un giro rapido dai presidenti di Camera e Senato e il resto della giornata la passa poi chiuso nella Sala dei Busti a Montecitorio, a contattare al telefono i potenziali ministri e a scrivere il discorso con cui si presenterà alle Camere per tentare di ottenere la fiducia e arrivare fino alla legge di Bilancio. Altrimenti «il governo si dimetterebbe immediatamente».
Di fede interista e divoratore di serie tv (Games of Throne tra le preferite), schivo ma determinato e «tenace», come lo descrive il fratello minore Mario, Cottarelli da studente era il classico che «studiava poco ma andava bene a scuola» perché «era pronto e sveglio». Ed è rimasto «uno che non si perde d’animo nei momenti difficili, sa stringere i denti». Caratteristica che gli tornerà utile per una situazione che sa «delicata», e che lo costringerà probabilmente ad affrontare una navigazione incerta e sempre a rischio burrasca a capo dell’esecutivo.
Possibile che, forte dell’esperienza accumulata in 25 anni al Fondo Monetario internazionale, tenga per sé l’interim all'Economia. Rigoroso sulla gestione dei conti ma non un "falco", nel 2001 da capo missione Fmi ha coordinato il salvataggio della Turchia mentre a Washington nel 2010, nel pieno della crisi finanziaria, insieme all'allora capo economista Olivier Blanchard, ha messo a punto «i dieci comandamenti per l’aggiustamento del bilancio nelle economie avanzate», che puntava su obiettivi chiari a medio termine e riforme per aumentare il potenziale di crescita.
Chi tra i suoi amici e colleghi lo conosce bene, dice di lui che è un grandissimo lavoratore e anche una persona estremamente pignola, rigorosissima. Insomma, Cottarelli viene descritto come uno che non si ferma mai. Ma anche come un uomo con un grandissimo senso dell’umorismo e dalla battuta pronta. E con la passione per la chitarra - un repertorio da De Gregori a Battisti, pezzo forte "La locomotiva" di Francesco Guccini - tanto da avere anche fatto parte, agli inizi della sua carriera in Banca d’Italia, dei «White Noise», band creata insieme ai colleghi di Palazzo Koch.