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Cancelleri presenta Argentati, primo assessore: «Ripartiamo dalla terra»

Di redazione |

PALERMO – «E’ una bella sfida, far rinascere la Sicilia agricola». L’ha detto Federica Argentati, che – come aveva anticipato “La Sicilia” nell’edizione di domenica – è stata presentata oggi da assessore designato dei 5stelle all’Agricoltura, in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni, a Palermo.

«Abbiamo un’isola bellissima con eccellenze e prodotti di qualità, ma non riusciamo ad organizzarci in maniera sistemica, viviamo in questa Isola al centro del Mediterraneo e dobbiamo competere – ha aggiunto – . Se come sistema Sicilia non siamo organizzati e non riusciamo ad affermarlo per farlo diventare competitivo, abbiamo problema di svendita delle nostre produzioni e questo significa che i produttori non riescono a ricavare il giusto reddito per investire in qualità». Argentati, nissena, 52 anni, ha laurea in Scienze agrarie, è presidente del Distretto produttivo Agrumi di Sicilia e presidente della omologa società consortile tra consorzi di tutela e numerose aziende singole e associate. Dal 2010 al 2014 è stata presidente di Confagri, e componente del consiglio dell’ordine dei dottori Agronomi e dei dottori forestali della provincia di Catania.

«Mi occupo di distretti e cooperazione da più di 10 anni, io credo che dobbiamo fare filiera – ha detto – a mio parere finora sono stati degli slogan non ci sono stati atti concreti affinché questi strumenti possano portare valore aggiunto». «Abbiamo seri problemi idrici in Sicilia – ha aggiunto parlando della crisi idrica – e questo va affrontato, è necessario avere un quadro chiaro degli interventi necessari, non interventi spot».

«Questa scelta di presentare per primo l’assessore designato all’agricoltura è voluta: noi ripartiamo dalla terra, dalle nostre necessità e dai nostri bisogni». Lo ha detto il candidato del M5s alla carica di Governatore in Sicilia, Giancarlo Cancelleri, in conferenza stampa all’Ars a Palermo. «La Sicilia deve diventare la più grande industria del turismo d’Europa – ha aggiunto – e per farlo dobbiamo ripartire anche dall’enogastronomia e cioè dal cibo di qualità. Andando in tutte le direzioni non siamo andati da nessuna parte; è arrivato il momento di cambiare per ridare la possibilità alla nostra terra e alle imprese di poter aver liquidità».

«Ci batteremo affinché ci sia un marchio di qualità per i prodotti siciliani: diranno che c’è. Ma il problema è che non viene utilizzato e – ha lamentato – soprattutto non ha una legge di riferimento. Da tre anni portiamo avanti questo ddl in commissione ci siamo battuti ma ormai la legislatura è finita».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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