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Il Cavaliere, le accuse di mafia e le Regionali: «Nello, non devi preoccuparti»

Di Mario Barresi |

Qual è l’effetto dell’inchiesta di Firenze sulla corsa del centrodestra alle Regionali? Con Berlusconi indagato, assieme a Marcello Dell’Utri, addirittura come mandante delle stragi di mafia del 1992 e 1993, per la coalizione – negli ultimi giorni di una campagna elettorale scandita in negativo sul tema degli impresentabili – aleggia il fantasma di un “super impresentabile”. Proprio il Cavaliere, sceso in Sicilia a dare sostegno a un Musumeci appannato dalle polemiche sulle liste pulite («Quella cosa lì che i candidati li hai letti sul giornali non la dovevi proprio dire», il rimprovero di Silvio), adesso rischia di essere percepito dall’opinione pubblica come un “super impresentabile”. Facendo ulteriormente abbassare il livello del voto d’opinione, per la gioia dei grillini.

Ma la reazione forzista è di tutt’altro segno. «Cosa cambia? Qualche voto in più». Il commissario regionale di Forza Italia, pur ammettendo che «viene tristezza soltanto a parlarne», è chiaro. Micciché, nel pomeriggio, aveva commentato l’inchiesta di Firenze sulle stragi del 1993 in cui, oltre a Berlusconi, è indagato anche Marcello Dell’Utri. «A pochi giorni da un appuntamento elettorale importantissimo per l’Italia, una nuova puntata di Ingiustizia ad Orologeria. Un tempismo perfetto, quasi sospetto. Si rincuori, presidente, al suo arrivo a Palermo troverà coloro che le vogliono davvero bene, troverà la sua azzurrissima Sicilia. Bentornato Presidente». E ai cronisti Micciché ha ostentato ottimismo: «Domani (oggi per chi legge, ndr) sarà una giornata importantissima. Se a Musumeci manca un punto domani lo avrà. Se gliene mancano due li avrà a Catania». E anche il candidato governatore, che con Forza Italia ha avuto rapporti tormentati per tutta la campagna elettorale, ha accolto Berlusconi con calore: «Oggi più che mai la Sicilia accoglie Berlusconi con l’affetto e l’amicizia di sempre. Caro Presidente ti aspettiamo!», scrive su Twitter nel pomeriggio.

Insomma, i nuovi guai giudiziari di Berlusconi hanno anche un effetto collaterale positivo. Smussare gli angoli, riavvicinare (almeno per tutta questa settimana) posizioni lontane. «Adesso – suggerisce un big siciliano del centrodestra – bisogna fare come la Dc d’una volta: chiudersi in una stanza, dirsi le cose in faccia e poi uscire fuori tutti compatti». Un nuovo sentiment con effetti anche sugli equilibri nazionali: domani sul palco di Berlusconi saliranno anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni. La conferma arriva dallo stesso Micciché, che definisce il palco comune «una buona notizia». A dire il vero, fino all’ultimo da Forza Italia avevano confermato il «programma solitario» del Cavaliere. Ma evidentemente la tegola giudiziaria ha fatto riflettere. E propendere per una photo opportunity dei tre leader compatti, assieme a Musumeci.

L’evento di Forza Italia alle Ciminiere è stato anticipato alle 17, Salvini ha confermato il comizio in piazza Bellini alle 19,30, ma sarà al centro fieristico assieme agli altri alleati. Con un messaggio di chiaro sostegno: «È ridicolo indagare Berlusconi per le stragi di mafia, è il solito intervento politico di una parte della magistratura». Il leader della Lega era stato fra i più critici sugli impresentabili di Fi: «Io avrei detto molti più no». Ma l’incubo del sorpasso grillino è un miracoloso collante. «Un’altra campagna elettorale, un’altra indagine su Berlusconi. Davvero è sempre e solo un caso? Solidarietà di Fratelli d’Italia al presidente di Forza Italia», scrive Meloni.Fuori dal coro Stefano Parisi (Energie per l’Italia) che incalza: «Musumeci dichiari davanti a Berlusconi la sua indipendenza e la sua autonomia dai vecchi centri di potere. Prenda le distanze da certe candidature presenti nelle liste di Forza Italia», dice

Anche fra i siciliani si ostenta compattezza. Fra i berlusconiani doc, come Francesco Scoma: «Preciso come un proverbiale orologio svizzero, a pochi giorni dalle elezioni ecco che Berlusconi subisce l’ennesima gogna con un’accusa fantasiosa e inverosimile. L’ennesimo appuntamento elettorale mascariato». Ma anche fra gli azzurri più dialonganti con Musumeci: «Non c’è mai stata alcuna differenza, siamo tutti insieme – precisa il capogruppo all’Ars, Marco Falcone – verso l’obiettivo, alla ricerca dei voti sino alla fine». E l’orgoglio del popolo forzista che si stringe attorno al leader «nella sua Palermo», viene ricordato anche dall’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio, ex alfaniano tornato alla casa di Silvio: «Si respira lo stato d’animo non solo di un grande evento, ma di una reciproca testimonianza di affetto tra Berlusconi e la sua gente». E l’altro figliol prodigo Renato Schifani: «L’ennesima fuga di notizie su una nuova surreale indagine contro il leader di Forza Italia si inserisce perfettamente nella strategia dei veleni tesa a far perdere consensi a Musumeci e a Forza Italia. Un tentativo maldestro che finirà male per chi lo ha ordito».

Ma c’è chi, fra i realisti del centrodestra non forzista, ha paura. «C’è troppa rabbia e troppo populismo in giro. Non sottovalutiamola, quest’inchiesta», dice una fonte che vuole restare anonima. Aggiungendo: «Ce la giochiamo all’ultimo voto. Ma sta diventando una corsa ad handicap».

Twitter: @MarioBarresi

[ha collaborato Giuseppe Bianca]

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