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Regione, ecco la immortale tabella H

Regione, ecco la immortale tabella H Da spartire una torta da 6,5 milioni

Ammesse richieste per 18,5 mln: i fondi non bastano per tutti

Di Mario Barresi |

CATANIA. Una cosa, forse, è vera: non ci sono più le Tabelle H di una volta. E non certo perché, come disse Rosario Crocetta nel pieno della torrida estate del 2013, «finalmente abbiamo abolito la Tabella H, è una grande conquista per il popolo siciliano». Nella terra del Gattopardo tutto cambia per poter rimanere così com’è.

E anche la mitica lista dei contributi ad associazioni, enti e fondazioni è rimasta in piedi. Seppur con un nome diverso: “avviso pubblico per la manifestazione d’interesse alla concessione da parte della Regione Siciliana di un sostegno economico sotto forma di contributo”. E, quasi ricalcando il lento declino della Lotteria Italia, anche qui il montepremi s’è progressivamente ridotto: per l’anno 2015 è di “appena” 6,5 milioni, con una riduzione di 3,5 rispetto all’anno precedente. Fino a qualche tempo fa – formidabili, quegli anni – si arrivava anche a 50/60 milioni da distribuire allegramente a pioggia.

Ma gli elementi più interessanti, all’interno delle 56 pagine di allegati delibera di giunta regionale 306 del 15 dicembre scorso, sono due. Collegati fra di loro. Il primo è la fame di Tabella H che, nonostante le cure dimagranti (alcune soltanto sbandierate, altre effettive) degli ultimi bilanci, continua a serpeggiare nell’Isola. Centinaia di istanze di ogni tipo: dalle piccole associazioni sportive di paese ai big del non profit siciliano, da “domandine” di 1.500 euro a richieste di milioni di euro. Il secondo elemento è che, nell’istruttoria delle richieste per l’esercizio finanziario 2015, i funzionari dei 10 Dipartimenti regionali interessati hanno ritenuto «congrui» contributi per un totale che è pari quasi al triplo della disponibilità finanziaria: se le richieste (compresi i bocciati) ammontavano a oltre 20 milioni, sono in tutto 18.510.971,73 i fondi virtualmente autorizzati alle associazioni ritenute meritevoli. Che adesso, però, dovranno passare dall’imbuto delle graduatorie.

Laddove, alla voce «priorità», pesano degli impegni formali che Mamma Regione ha assunto con decine e decine di questi figli bisognosi (taluni meritevoli senza alcun dubbio, altri un po’ meno) che battono cassa ogni anno. Anche in virtù di leggi regionali che risalgono in qualche caso persino a decenni fa. Norme che istituiscono – ab aeterno – un capitolo “personalizzato”, nel bilancio alimentato con i soldi dei siciliani. Come se fosse un Rid autorizzato in banca: ogni 12 mesi arriva il pagamento, per i più disparati destinatari. Con una sostanziale differenza: le cifre di questo obbligo contributivo, a macchia di leopardo e non sempre con criteri oggettivi e tracciabili, sono lievitate talvolta in maniera esorbitante. In barba alla progressiva riduzione delle risorse disponibili.

Ed è per questo che anche quest’anno, incrociando il lungo elenco degli enti ai quali è stato approvato il contributo «congruo» con la ben più corta lista degli effettivi beneficiari in base al plafond reale, scoppierà l’ennesima guerra delle graduatorie. Con ricorsi e contenziosi infiniti. Una guerra fra poveri, nei casi in cui in palio ci sono poche migliaia di euro per pagare le bollette della luce di una piccola sede di un’associazione sportiva di periferia. Una guerra a colpi di testate nuclaeri, quando invece ci sono milioni di contributi a pioggia da spartirsi; magari fra enti “griffati” da politici influenti, di maggioranza come di opposizione.

Entriamo nel dettaglio delle graduatorie stilate dai Dipartimenti e allegate alla delibera di giunta. La cenerentola è quello delle Infrastrutture: appena 22mila euro da distribuire, con una graduatoria che vede i tre sindacati degli inquilini (Sicet, Uniat e Sunia) senza l’indicazione delle somme spettanti. Che, se fossero suddivise, basterebbero a stento a pagare… l’affitto. All’estremità opposta il Dipartimento Famiglia e Politiche sociali. Che avrà a disposizione quasi 1/3 di tutto il monte-contributi (oltre 2 milioni sui 6,5 stanziati), ma con il grande imbarazzo di avere 8,2 milioni di «contributi previsti» in tre distinti elenchi. Con dentro molti enti importanti. Oltre che potenti. In cima alla graduatoria delle “attività sociali” (834mila euro approvati) spicca il Telefono Azzurro di Palermo, che chiede e ottiene 193.300 euro.

Ma i numeri più imponenti sono nelle altre due sub-tabelle. Nel “Disagio sociale” svettano il Centro studi Opera Don Calabria di Palermo, l’associazione “Meter” di don Fortunato Di Noto e il Banco Alimentare. Per la “Disabilità” sembrano scontati gli 81mila euro all’Oasi di Torretta di Campobello di Mazara, mentre si gioca la partita più importante fra Segni di Integrazione e l’Ente Nazionale Sordi, con oltre un mlione di euro a testa di fondi attestati dal Dipartimento. C’è invece chi è in graduatoria all’insegna del famoso spot “ti piace vincere facile”. L’unica istanza pervenuta agli Affari extraregionali è quella del Coppem, acronimo che sta per Comitato permanente per il Partnerariato Euromediterraneo delle Autorità Locali e delle Regioni. Una piccola “Onu” di Palermo, che sta molto a cuore a una parte del Pd.

Il Coppem aveva chiesto 600.525 euro, la Regione ha ritenuto «ammissibili» 303.564,07 euro. Che assorbiranno l’intera posta del Dipartimento: 300mila euro tondi tondi. La “sotto-tabella H” del Turismo (Dipartimento che racchiude anche lo sport e lo spettacolo) è come sempre una nitida fotografia della Trinacria. Poco, pochissimo. Ma a tanti, comunque molto fortunati rispetto a migliaia di sodalizi che non ricevono neanche un centesimo dalla Regione. Fra i meritevoli di contributo il campionario è alquanto diversificato: la Fondazione Carnevale di Acireale fa la parte del leone (100mila euro autorizzati), seguita dal Cus Palermo (60mila).

Ma è nei finanziamenti mignon che si apre lo scrigno delle curiosità: dalla Judo Kodokan Ragusa alla coop Arkeopark di Agrigento, passando dalla Libertas Militello e dalle atlete della Diana di Siracusa. Certamente più “sociale” il contributo che va agli enti della Pianificazione strategica. Quasi tutte Onlus che tutelano i pazienti delle più svariate malattie: i più meritevoli, secondo la graduatoria, sono quelli affetti da infezioni osteo-articolari (150mila euro all’Anio di Palermo), seguiti dall’Aism (sclerosi multipla) di Messina, con 80mila euro approvati. Molto meno a un altra decina di associazioni altrettanto benemerite, piccole bandiere del volontariato isolano. Ma queste, in fin dei conti, sono soltanto la punta di un iceberg che non riceve contributi dalla Regione. Stesso discorso per le Attività sanitarie (85mila euro per soddisfare 126.500 euro di fondi approvati a sette enti), dove spiccano – fra le centinaia di Avis disseminate in Sicilia – soltanto quelle di Palermo e di Ganci.

Oltre ai donatori di sangue, in graduatoria spicca anche l’Euro mediterranean council for burns and fire disaster, con 50mila euro. L’ente ha sede nella Divisione di Chirurgia plastica e Terapia delle ustioni del Civico di Palermo. E si occupa di studi sugli ustionati e le vittime di incendi. Di altre ricerche è leader invece il Corfilac, Consorzio ricerca filiera lattierocasearia, un gioiellino scientifico di Ragusa, un po’ impolverato da vicende giudiziaria. L’ente guida la graduatoria del Dipartimento agricoltura. Dove ci sono 3,1 milioni di contributi e una disponibilità di un milione. Nelle retrovie il Distretto produttivo della pesca di Mazara del Vallo (294mila euro) e il Consorzio Bioevoluzione Sicilia. Che ha chiesto un milione di euro per occuparsi di ricerche su produzioni animali e vegetali. Il Corissia di Palermo e il Consorzio “Ballatore” di Assoro si accontentano invece rispettivamente di 210.000 e 194.500 euro. Alla fine della fiera fra i più delusi ci saranno gli aspiranti della Formazione e Istruzione.

Dove c’erano poche richieste, ma tutte sostanziose: sei enti con 3,2 milioni di contributi «congrui», ma appena 722mila euro a disposizione del Dipartimento, secondo la spartizione approvata dalla giunta su indicazione dell’assessorato all’Economia. Sul podio il collegio universitario Arces e il Centro siciliano Sturzo di Palermo, seguiti dall’Isisc (Istituto internazionale di Studi criminali) di Siracusa. In tre dovrebbero drenare tutte le risorse. Più indietro i trapanesi dell’Unisom (Consorzio universitario per l’ateneo della Sicilia e il bacino del Mediterraneo) che vogliono 1.050.000 euro.

Un po’ meno del redivivo Istituto superiore di giornalismo: 1,2 milioni il contributo approvato, ma difficilmente disponibile. Non fa corsi dal maggio 2014, non ha un sito internet, è stato “rinnegato” da Ordine dei giornalisti e Assostampa. Ma sopravvive, spostando la sede a Gangi, sulle Madonie, all’indirizzo del fratello del sindaco eletto col Megafono. E crocettiano doc è anche il presidente dell’Istituto: Seby Roccaro, editore televisivo siracusano. I dieci dipendenti a tempo indeterminato sono in aspettativa. E anche l’Istituto aspetta. Magari non tutto il contributo autorizzato, ma – se dovessero ridursi i fondi per accontentare gli aventi diritto – una buona fetta. C’è speranza per tutti, nella fantasmagorica lista della Tabella H. Morta e sepolta. Ma più viva che mai.

twitter: @MarioBarresi

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