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Mariella Lo Bello: «La Regione insiste per i sei mini inceneritori»

Mariella Lo Bello: «La Regione insiste per i sei mini inceneritori»

Di Fabio Russello |

Due maxi inceneritori, come prevede la proposta del Governo Renzi o sei mini impianti come invece propone la Regione? La battaglia – che è anche e soprattutto politica – non è stata ancora del tutto decisa. Ieri infatti la conferenza Stato Regioni non ha dato il via libera – rinviando la discussione ai primi di febbraio – al documento della conferenza delle Regioni che aveva invece detto sì al decreto proposto dal Governo.

Le Regioni si sono infatti divise e in cinque (Lombardia, Abruzzo, Marche, Umbria, Molise) anche se per ragioni diverse hanno detto no allo schema di decreto condizionandolo all’accoglimento di alcuni emendamenti: «Un parere condizionato all’approvazione di alcuni emendamenti che riguardano l’integrazione tra piani regionali e piano nazionale», ha spiegato infatti il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. Mondi diversi perché ad esempio la Lombardia, che ha livelli di differenziata oltre il 70%, ha spiegato che da quelle parti si sta stanno «smantellando gli inceneritori» e che quindi per la Lombardia «il decreto legge del Governo Renzi non ha senso».

La Sicilia comunque ieri non era presente. Avrebbe dovuto esserci il vicepresidente Mariella Lo Bello che ha la delega permanente del presidente Rosario Crocetta: «Non c’ero ma avrei spiegato e ribadito – ha spiegato la Lo Bello – che siamo sempre della stessa idea che è quella dei sei mini impianti. Anche se naturalmente bisogna accelerare sulla raccolta differenziata».

Il riciclo è la nota dolente della nostra regione che viaggia su una media del 12%, ponendosi tra le ultime in Italia. La battaglia è anche molto politica perché da una parte ci sono i fautori dell’«ortodossia» renziana – il sottosegretario Davide Faraone e l’assessore all’Energia Vania Contrafatto in testa – che puntano ad una svolta «choc» per usare le parole di Faraone: commissariamento, via libera immediata ai due maxi inceneritori e mano pesante per i Comuni che non collaborano concretamente sulla raccolta differenziata.

Rosario Crocetta e Mariella Lo Bello sono invece su una linea più «autonomista» e meno sensibile ai solleciti che arrivano da Palazzo Chigi. Alla Regione c’è pure un documento che ha una mappa dei possibili siti dove potrebbero sorgere i sei mini inceneritori. Luoghi top secret anche se la «localizzazione tipo» è quella dove ci sono già centrali dismesse o comunque impianti che sono riadattabili senza spese abnormi e soprattutto in tempi brevi. Alla fine dunque il rinvio della decisione in conferenza Stato Regioni dà altro tempo anche a Palazzo d’Orléans per appianare queste divergenze che sono sostanziali e non di poco conto: una cosa sono i due inceneritori (previsti dal decreto Renzi), un’altra i sei mini impianti perorati e – fino a ieri – ancora sostenuti da Mariella Lo Bello.

Divisioni che offrono peraltro il fianco all’opposizione: «Renzi e Faraone non aspettavano migliore occasione per ridicolizzare ancora una volta il governo regionale siciliano – ha per esempio attaccato Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars –. Dopo l’apparente pace, dissoltasi nel giro di qualche settimana, il nuovo affondo di Palazzo Chigi sull’esecutivo Crocetta arriverà a giorni, con l’annunciata nomina del commissario sui rifiuti, che dovrà intervenire dove una Regione incapace ha fallito. Faraone riprende dunque la sua azione demolitrice nei confronti di Crocetta e del suo governo, dando al tempo stesso un’altra vacua ricetta di inutile riforma degli Ato rifiuti, come se la riduzione del numero degli ambiti fosse la soluzione alle criticità ambientali nelle quali la Sicilia è sprofondata. Un’unica cosa è certa, ossia la ripresa della campagna del Pd romano contro Crocetta, con tanto di regolamento di conti, mentre a pagare i risultati drammatici di un malgoverno che dura da troppo tempo sono sempre i cittadini siciliani».

Twitter: @FabioRusselloCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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