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Il «caso Cuffaro» riapre le ferite del Pd

Il «caso Cuffaro» riapre le ferite del Pd Nuovo scontro tra i renziani e la minoranza

Bersani: «No al porto per tutti». Faraone: «Inventano nemici»

Di Serenella Mattera |

Dopo Verdini, Cuffaro. La nuova miccia che fa deflagrare lo scontro nel Pd viene innescata in Sicilia, dal presunto travaso “dei voti e della classe dirigente” cuffariana nel partito renziano. “Così il partito muore”, denuncia la minoranza Pd, che da tempo agita lo spettro di uno spostamento dell’asse a destra. E Pier Luigi Bersani per la prima volta allude all’ipotesi di abbandonare un partito che si fa “porto in cui sbarca chiunque”. Ma i renziani difendono la scelta di “aprire le porte” del partito alle “energie migliori”. E Davide Faraone bolla come un’invenzione la ‘transumanzà cuffariana: è uno “spauracchio” creato dalla minoranza per “testimoniare che esiste”, risponde a muso duro. Il tesseramento in Sicilia è stato congelato dal segretario regionale Fausto Raciti e i garanti del Pd sono stati convocati a Palermo lunedì per valutare le tessere dei nuovi iscritti. “Al momento non si hanno notizie di fenomeni anomali: se dovessero arrivare, si interverrà come sempre con intransigenza e rigore”, assicura il vicesegretario Lorenzo Guerini. Ma aggiunge che le polemiche sui tesserati dell’era renziana tornano “ogni tre o quattro mesi: una volta sono pochi, una volta troppi. Ma queste polemiche inutili fanno solo male ai nostri iscritti”. I dati finali sul tesseramento, assicurano al Nazareno, smonteranno la teoria di un’emorragia di iscritti. Mentre l’accusa di imbarcare un pezzo di centrodestra per dar corpo al partito della nazione, aggiungono, viene smontata dalle misure del governo su “povertà, lotta all’evasione, diritti civili”: “Il Pd non si è mosso di un millimetro dalla sua missione – assicura Debora Serracchiani – c’è ancora qualcuno tra noi che guarda il mondo con le lenti colorate e vede un Pd che non esiste: fa male al Pd e al Paese”. Ma alla vigilia delle primarie di Milano, con la sfida a quattro Sala-Balzani-Majorino-Iannetta, e a un mese dalle primarie a Napoli e Roma, paiono a tinte fosche le lenti con cui Pier Luigi Bersani descrive il modo in cui sta cambiando la “Ditta”. L’ex segretario, nel concorso di un convegno di Nens sulla proposta sindacale unitaria di contrattazione, intima a “chi governa” di “non usare scorciatoie demagogiche”. Poi sul partito sillaba: “Noi chiediamo atti politici e organizzativi. Il Pd non è un partito di potere buono per tutti gli usi. Non siamo un porto in cui può sbarcare chiunque. Renzi – annuncia battaglia – non ci porterà dove non vogliamo andare”. Una promessa di resistenza. Ma anche, per la prima volta, l’allusione all’impossibilità di restare in un Pd che devia la sua traiettoria. “Ogni volta che un Verdini o Cuffaro si avvicina al Pd, un pezzo dei nostri se ne va. Così il partito muore”, attacca Roberto Speranza. E nella minoranza c’è chi pensa che sia l’ora di sollecitare la convocazione di un congresso straordinario. “Chi dice che si iscrivono solo gli amici di Cuffaro insulta il Pd e dovrebbe vergognarsi”, replica alla sinistra Dem il segretario toscano Dario Parrini. Ma il caso siciliano sembra allarmare una fetta più grande di partito. Anche la minoranza dialogante di “Sinistra è cambiamento” chiede, con Matteo Mauri, “chiarezza in tempi rapidi”. E i Giovani turchi, che sono in maggioranza, avvertono, con Francesco Verducci, che il Pd “si gioca tutto contro gattopardismo e trasformismo”. Mentre Andrea Orlando invita a indagare sul boom di iscritti nello spezzino. Dalla Sicilia, però, arriva la risposta tranchant alle critiche di Davide Faraone. Accusato di avere portato molti cuffariani nel partito, il deputato renziano convoca una “Leopolda siciliana”. E scrive: “Cuffaro non l’ho mai incontrato, per me è come un ex calciatore, come Gianluca Vialli che oggi commenta le partite tv”. Mentre loro, quelli che “perdevano 61 a 0” in Sicilia, annoverano nella “lista dei terrorizzati dall’invasione cuffariana anche Crisafulli, che è andato a trovarlo in carcere. Cuffaro è uno spauracchio usato da quelli che hanno paura di un Pd allargato. Il Pd beneficia di di apporti nuovi, magari insoliti, ma costruttivi. Il tesseramento non è un’iscrizione a un club di iniziati”, conclude. “Hai ragione – replica Miguel Gotor – un partito non è un club di iniziati, ma neppure di affiliati”.

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