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Ecco la squadra di governo di Musumeci, resta fuori la Lega

Di Mario Barresi |

CATANIA. Una notte infinita. L’ultima, prima del parto della giunta regionale. Nello Musumeci sta per firmare i decreti con le deleghe ai 12 assessori. Confermati i nomi già noti da tempo, con i rispettivi ruoli. Gaetano Armao, in quota Forza Italia, sarà vicepresidente e assessore all’Economia. Nessuna sorpresa nemmeno per l’ex rettore di Palermo, Roberto Lagalla: il leader di Idea Sicilia avrà l’Istruzione e la Formazione professionale.

E anche Vittorio Sgarbi, che a detta di Musumeci «resterà per due-tre mesi», conferma i Beni culturali, delega che dopo le eventuali dimissioni del critico d’arte, in pista di lancio alle Politiche, tornerà a disposizione di Forza Italia. Il partito di maggioranza relativa nel centrodestra all’Ars, con i suoi 14 deputati, ottiene quattro posti subito e uno in prospettiva, oltre alla presidenza di Sala d’Ercole per Gianfranco Micciché. E proprio il viceré berlusconiano di Sicilia si gusta un’altra vittoria personale: il capogruppo uscente Marco Falcone avrà Infrastrutture e i Trasporti, seconda scelta rispetto all’agognata Agricoltura.

«A tutti tranne che a lui», la fatwa del commissario regionale, che alla fine l’ha spuntata. Piazzando nell’assessorato di peso il siracusano Edy Bandiera, fedelissimo dell’ex ministro Stefania Prestigiacomo. Confermato l’ingresso della deputata azzurra messinese Bernadette Grasso alle Autonomie locali. Ma il vincitore morale della “riffa” degli assessorati è Raffaele Lombardo. Ufficialmente in panchina per motivi giudiziari, il leader autonomista riesce a incassare il massimo, ben più di quello che si poteva sperare con tre deputati e un 7% in condominio con Cantiere Popolare e Idea Sicilia. Lombardo, che vanta un ottimo rapporto con Armao (migliore di quello che il vicepresidente ha con Micciché), ottiene un assessorato pesante per la farmacista nissena Mariella Ippolito, non eletta all’Ars, che avrà le deleghe su Famiglia e Lavoro, al netto della vicepresidenza Ars per Roberto Di Mauro.

Il grande capo del Mpa avrebbe anche provato a fare bingo, riprendendosi la sanità siciliana. E ciò per lo scaricabarile rispetto ai Rifiuti, assessorato che nessuno voleva. Si sarebbe potuto sacrificare il fedelissimo di Musumeci, Ruggero Razza (o magari lo stesso Falcone, tutt’altro che entusiasta) in una poltrona che scotta, fra discariche ed emergenze. In questo caso sarebbe entrata in campo – in quota Lombardo, ma più che gradita al governatore – la stimatissima tecnica che ha scritto il programma sanitario: Francesca Catalano, moglie del rettore etneo Francesco Basile. E in quel caso Ippolito avrebbe dovuto rinunciare al suo posto. Ma alla fine prevale lo schema consolidato: la Salute a Razza, mentre ai Rifiuti va la new entry del – l’Udc, il deputato Vincenzo Figuccia, che ha battuto in volata la siracusana Costanza Castello. L’altro nome dell’Udc è Mimmo Turano, a cui andrebbero le Attività produttive, che facevano gola anche ad altri. Allo stesso Figuccia, ma anche all’altra componente della triplice alleanza dei moderati – quella di Saverio Romano – alla quale invece va l’assessorato al Territorio e Ambiente con Toto Cordaro, deputato stimato da Musumeci, che in campagna elettorale s’era spinto ad anticipare la sua presenza in giunta. Confermato anche l’ingresso di Fratelli d’Italia con la delega chiesta da Giorgia Meloni: il Turismo a Sandro Pappalardo, che al presidente sarebbe piaciuto anche ai Rifiuti, magari in tandem con Massimo Russo come dirigente generale. Eccoli, i 12 “apostoli” di Musumeci. Che ieri, alle 23,30, ritirandosi nell’ap – partamento di Palazzo d’Orléans, s’è però riservato «un’ulteriore riflessione» su quattro deleghe: Rifiuti, Territorio e ambiente, Attività produttive e Turismo. Se la notte non dovesse portare consigli diversi, la squadra è già fatta. E oggi sarà presentata.

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