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Dal Ponte sullo Stretto al Pnrr e alle riforme, la "ricetta" di Renato Schifani per la Sicilia

I temi affrontati dal presidente della Regione Siciliana, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica "Primo Piano" dell'Agenzia Italpress

Redazione La Sicilia

13 Dicembre 2022, 18:01

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«Devo ringraziare pubblicamente il ministro Salvini che si sta spendendo in una maniera senza precedenti e sarò al suo fianco senza se e senza ma». Lo ha detto Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica "Primo Piano" dell'Agenzia Italpress, parlando del Ponte sullo Stretto.

«Devo ringraziarlo - ha continuato - perché si sta impegnando molto. Già abbiamo fatto un paio di incontri e ha spiegato il percorso che io e il presidente della Calabria Occhiuto abbiamo condiviso».

Tra quanto tempo si potrà vedere la prima parte materiale di quest'opera? «Non dipende da me - ha aggiunto - ma comunque non meno di un anno o un anno e mezzo perché bisogna mettere a posto tante carte che prima erano sparigliate. Il mio sogno - ha concluso - sarebbe riuscire a mettere la prima pietra entro un paio di anni, insieme al ministro Salvini e a Roberto Occhiuto». 

Per Schifani il Pnrr «è una grandissima occasione che non possiamo perdere né come Paese, né come Regione Siciliana. È evidente che scontiamo un prezzo, quello del parallelismo delle date: abbiamo avuto due parallele interruzioni della legislatura, quella nazionale e quella regionale. È evidente che questo determina un rallentamento delle procedure. È nella logica delle cose».

«Per quanto mi riguarda - ha proseguito - ho riunito tutti i capi dipartimento, con il segretario generale e gli assessori, per fare il punto e capire bene a che punto si è nell'attuazione dei progetti del Pnrr. È un'occasione che non possiamo perdere - ha aggiunto - ma sono abbastanza fiducioso perché vigilo».

In Sicilia occorre «semplificare» perché «in questi anni è rimasta al palo. In campagna elettorale ho incontrato tutti i corpi intermedi, il mondo produttivo e non del nostro sistema e ho registrato un appello accorato: sbloccate i sistemi decisionali...».