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Sicilia, il gran ballo dei candidati che puntano a una poltrona a Roma

Di Mario Barresi |

CATANIA – Pronti, partenza, via. È già tempo di Politiche. A fine gennaio scade il termine di presentazione delle liste per Camera e Senato. E in Sicilia è già partito il valzer degli aspiranti onorevoli. Ecco chi è già in ballo.

Centrosinistra

Nel Pd c’è la fuga per la vittoria. Personale. Nel contesto di un’annunciata sconfitta di partito. Le decisioni le assumerà il Nazareno (prima direzione il 15) tenendo in debita considerazione le ragioni degli uscenti e la cosiddetta società civile a cui punta Matteo Renzi per sparigliare. Ma c’è un problema di numeri. E quindi di poltrone. I sondaggi non promettono nulla di buono: nei collegi uninominali non c’è trippa per gatti dem e anche nei plurinominali i seggi blindati si contano sulle dita di due mani. E così la prima conseguenza naturale è che sul presunto posto al sole di una buona metà dei parlamentari ricandidati si addensano molte ombre. La situazione più emblematica è a Catania. Dove gli aspiranti si confondono in una folla stile piazza Duomo per la festa di Sant’Agata, mentre gli scranni sono pari a un numero di poco superiore a quello della particella di sodio nel celebre spot dell’acqua minerale.

Gli uscenti in lizza sono Giovanni Burtone (sindaco di Militello), Giuseppe Berretta, leader siciliano dell’area Orlando, e il segretario regionale Fausto Raciti. Luisa Albanella, invece, cederà il posto all’ex deputata regionale Concetta Raia, coordinatrice isolana dei Laburisti, che invoca «una degna rappresentanza della sinistra del partito». Ma gli azionisti di maggioranza, sotto il Vulcano, sono altri.

L’area renziana di Luca Sammartino, “Mister 32mila preferenze” all’Ars, avrà un seggio blindato nel plurinominale alla Camera per Valeria Sudano, ex deputata regionale. Ma anche l’altro big etneo del partito, l’ex assessore Anthony Barbagallo, rivendica spazio. Per un candidato ancora da decidere: il cugino Giovanni Barbagallo, sindaco di Trecastagni, o Ersilia Saverino, battagliera consigliera comunale, oltre che attrice e moglie del presidente dell’Ordine dei medici, Massimo Buscema. Barbagallo, in nome del rinnovamento chiesto dal partito, valuta anche «un grosso nome dell’imprenditoria, oltre che altri dello spettacolo e dello sport».

Ma alla fine nell’area franceschiniana potrebbe venire fuori la candidatura più prestigiosa, oltre che molto gradita a Ettore Rosato: l’eurodeputata Michela Giuffrida, apprezzata anche dal ministro renziano Maurizio Martina.

Anche a Palermo molte ambizioni per pochissimi posti. Renzi giocherà il jolly per blindare la rielezione del sottosegretario Davide Faraone, mentre Peppino Lupo punta tutto sulla conferma di Teresa Piccione; Antonello Cracolici potrebbe essere costretto a un gioco della torre fra gli uscenti: Magda Culotta o Franco Ribaudo, col rischio di dover buttare entrambi. Resta l’incognita, non soltanto palermitana, dell’area Emiliano: ci sarà posto per il senatore Beppe Lumia, per l’ex governatore Rosario Crocetta (che sbandiera «la promessa» di Renzi dopo la rinuncia alla ricandidatura) e per il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci? E se sì, dove?

A Siracusa c’è l’uscente Sofia Amoddio (Area Dem), ma c’è anche l’incognita del sindaco renziano Giancarlo Garozzo: potrebbe dimettersi per correre alle Politiche. Alle quali, dopo essere stato bistrattato nella formazione delle liste all’Ars, aspira anche l’ex assessore Bruno Marziano. A Ragusa strada spianata per l’uscente Venera Padua, mentre il renziano Nello Dipasquale pensa a piazzare uno dei suoi per Montecitorio: si parla di Mario D’Asta. Ci fa un pensierino anche l’ex deputato regionale Pippo Digiacomo. Ancor più caotica la situazione a Trapani, dove c’è la senatrice uscente Pamela Orrù, ma chiede spazio l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, in ballottaggio con l’ex sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, e con il primo cittadino di Alcamo, Domenico Venuti, spinto dal deputato regionale Baldo Gucciardi.

E groviglio pure ad Agrigento: in lizza gli uscenti Maria Iacona, Giuseppe Lauricella e Gea Schirò. A Messina, nella desolazione del dopo-Genovese, un’ipotesi suggestiva è la discesa in campo del rettore Pietro Navarra, già fra i registi dell’elezione di Franco De Domenico, ex direttore generale dell’Ateneo, all’Ars.

La situazione del collegio di Caltanissetta-Enna apre la parentesi sui diversamente renziani. Se nell’Ennese il Pd prova, per la verità con poca convinzione, a strappare il sindaco di Troina, Fabio Venezia, alla sinistra di LeU, nel Nisseno è blindata la candidatura-bis di Daniela Cardinale, figlia di Totò, ex ministro leader di Sicilia Futura.

Ma il movimento aspira, secondo un patto benedetto da Luca Lotti, ad altri posti al sole nelle liste dem. «Almeno 2 o 3, visto che siamo il 30% del centrosinistra in Sicilia», rivendicano i dirigenti regionali. Gli aspiranti sono Giuseppe Picciolo, Nicola D’Agostino, Michele Cimino, Totò Cascio e Giacomo Scala. Più d’uno, fra loro cinque, sarebbe pronto a una rivolta generazionale se il Totò Cardinale dovesse giocarsi tutte le fiches sul tavolo dell’amore paterno, rinunciando a sbattere i pugni per i seggi promessi dal Pd.

Nella coalizione scalpitano anche i combattenti e reduci di Angelino Alfano. Fuori gioco il leader, restano in campo i big siciliani. A partire dal sottosegretario Giuseppe Castiglione, che – ultimamente molto dialogante con il dem Sammartino – non disdegnerebbe passare dalla Camera al Senato. Ap punta alla riconferma, tutt’altro che scontata, degli uscenti Dore Misuraca, Marcello Gualdani e Giuseppe Marinello. Ma ci sarebbero anche dei posti, nel plurinominale di coalizione, da trovare per i cugini Centristi: l’ex ministro Gianpiero D’Alia e l’ex presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. Nel Catanese anche i nomi di Nino D’Asero e Massimo Pesce, a Siracusa si sonda la disponibilità di Enzo Vinciullo che però vorrebbe fare il sindaco.

 Centrodestra

Nel centrodestra, sondaggi alla mano, c’è la situazione opposta rispetto al Pd. Col vento in poppa e con gli effetti benefici delle Regionali, si prevede un’abbuffata di seggi. Alla quale corrisponde già una folla di aspiranti. Gianfranco Miccichè, coordinatore di Forza Italia, avrà il compito di mediare con Silvio Berlusconi per trovare un compromesso fra la voglia di rinnovamento che si respira nei casting di candidati ad Arcore e le legittime rivendicazioni degli uscenti.

A Palermo in lizza gli uscenti Francesco Scoma e Gabriella Giammanco, spazio nell’uninominale per gli ex alfaniani Francesco Cascio e Simona Vicari, mentre l’ex presidente del Senato, anch’esso rientrato da Ap, dovrebbe piazzarsi in un plurinominale a oriente. In città alte le quotazioni del consigliere Giulio Tantillo.

A Catania confermati Basilio Catanoso ed Enzo Gibiino, si fa spazio l’ipotesi dell’europarlamentare Salvo Pogliese: uno stress test in vista di una candidatura a sindaco? Berlusconi in persona vorrebbe in lista l’ex alfaniano Salvo Torrisi, presidente della commissione Affari costituzionali al Senato, minori spazi per il compagno di viaggio Pippo Pagano. Legittime le ambizioni, fra gli altri di Pippo Arcidiacono, Dario Daidone e Angelo Moschetto. Ma c’è anche il “ciclone Valentina”. Scialfa, assessora che ieri s’è dimessa dalla giunta di Enzo Bianco. E ora più che mai in pista, nonostante il no comment di Pogliese, grazie al sostegno di big del mondo politico e sportivo nazionale. Fra le quote rosa forziste potrebbe entrare anche Ylenia Citino, già tronista di “Uomini e donne”, poi candidata alle Europee prima di un’ intensa crescita nella cooperazione internazionale.

Giochi fatti a Siracusa, sull’asse Stefania Prestigiacomo-Bruno Alicata (entrambi confermati), a Ragusa in ballo l’uscente Nino Minardo con l’opzione Giovanni Mauro. A Caltanissetta spazio a Pino Federico, primo dei non eletti all’Ars. Ad Agrigento, invece, dovrebbe ricandidarsi Riccardo Gallo, nel frattemp eletto all’Ars, il quale darebbe spazio a Sala d’Ercole a Vincenzo Giambrone. A Enna in lizza Gaetana Palermo e Salvo Campione. A Messina c’è il peso incombente di Francantonio Genovese: non si ricandiderà, ma chiede spazio per il cognato Franco Rinaldi; in ballo anche l’ex Ap Nino Germanà e Santi Formica.

Strettamente legato a Forza Italia, il destino elettorale della “quarta gamba” della coalizione: Noi con l’Italia, che riunisce varie anime centriste. Poche, finora, le indiscrezioni. Fra queste nell’Udc le candidature di Ester Bonafede e di Giovanni Pistorio, oltre alla conferma di Saverio Romano ex capo di Cantiere Popolare. Raffaele Lombardo confermerebbe l’uscente Antonio Scavone, ma nel centrodestra c’è chi è convinto che il leader autonomista punti a piazzare anche un familiare: più che il figlio Toti Lombardo, il nipote Giuseppe Lombardo, figlio dell’ex deputato regionale Angelo. E non è detto che Totò Cuffaro non ottenga un seggio per il fratello Silvio.

Anche Fratelli d’Italia si prepara. Con alcuni nomi già certi. Fra i quali, oltre all’uscente Ignazio La Russa, spicca Manlio Messina, consigliere comunale catanese molto vicino a Giorgia Meloni. In scia, sotto l’Etna, le quote rosa Giuliana Salomone (consigliera a Ragalna) e Rosanna Natoli (ex consigliera a Paternò). A Palermo in lizza il coordinatore regionale Giampiero Cannella, ma anche Carolina Varchi. Ad Agrigento Lillo Pisano, a Messina l’ex alfaniano Bruno Mancuso.Il coordinatore regionale di Noi con Salvini Angelo Attaguile, ha già consegnato al leader della Lega un primo elenco di papabili. Oltre ai due uscenti, lo stesso Attaguile (al Senato nel Catanese) e Alessandro Pagano (a Caltanissetta), decine di nomi. Molto affollata la zona etnea: i sindaci Filippo Drago (Aci Castello) e Anastasio Carrà (Motta), il vicesindaco di Mascalucia, Fabio Cantarella, molto legato a Matteo Salvini, il candidato di Maletto alle Europee, Antonio Mazzeo, il candidato grammichelese all’Ars Rocco Zapparata (o in alternativa la moglie Angela Damigella).

Nel Siracusano si fanno i nomi dei non eletti all’Ars Noemi Agnello (Pachino) e Andrea Falconeri (Noto); nel Ragusano in pista il sindaco di Acate, Franco Raffo, e il vittoriese Luigi Melilli. A Palermo l’ex deputato Salvino Caputo, ma anche il pantagruelico Francesco Vozza e Antonio Purpari; a Trapani l’ex consigliere Felice D’Angelo; a Messina l’ex deputato lombardiano Carmelo Lo Monte.

Nel centrodestra avrà spazio anche #DiventeràBellissima. Secondo gli accordi, basati sui risultati delle Regionali, al movimento del presidente Nello Musumeci spetterebbero quattro candidati nei collegi uninominali. Oltre ad alcuni posti di prestigio nelle liste bloccate del plurinominale. Dove? Trattative e corteggiamenti in corso: Forza Italia, Noi per l’Italia, ma soprattutto FdI. Dove potrebbe trovare spazio, da tesserato, l’avvocato catanese Enrico Trantino, figlio di Enzo, monumento della destra non soltanto siciliana. Fra i papabili di #Db l’ex sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli (al Senato) e l’ex assessore regionale Giovanna Candura.

Movimento 5stelle

Nel M5S è scaduto il termine per la presentazione delle disponibilità a candidarsi nei collegi plurinominali: oltre mille gli aspiranti “portavoce” siciliani in Parlamento. «Dopo il 10 gennaio partirà la scelta sulla piattaforma Rousseau, l’unica online per le Politiche», scandisce l’eurodeputato alcamese Ignazio Corrao, coordinatore nazionale della campagna elettorale grillina. Il quale, assieme a Luigi Di Maio e ai 20 responsabili regionali (Giancarlo Cancelleri per la Sicilia) ha il compito di gestire la delicata fase della modifica del Non Statuto, che apre le porte ai non attivisti e allenta la stretta sugli indagati. In campo quasi tutti gli uscenti: Giulia Grillo, Maria Marzana, Marialucia Lorefice, Francesco D’Uva, Gianluca Rizzo, Alessio Villarosa e Azzurra Cancelleri (Camera); Mario Giarrusso, Ornella Bertorotta, Nunzia Catalfo e Vincenzo Santagelo (Senato). Corrao smentisce una voce circolata su Giarrusso: non salterà il turno alle Politiche per candidarsi a sindaco di Catania.

Più complessa la situazione dei grillini sospesi dopo l’inchiesta sulle firme false, ma ora di fatto riabilitati dal cambio di regole: Claudia Mannino ha già detto di non voler tornare nel M5S, Giulia Di Vita ha chiesto la riammissione e Riccardo Nuti non ancora. Ma per loro, contrariamente a Chiara Di Benedetto e Loredana Lupo, le porte delle Politiche dovrebbero restare chiuse.

In compenso si riscaldano i nuovi arrivi: il fondatore del gruppo palermitano Adriano Varrica, ma anche Sergio Oliva (al Senato). E poi spazio, «per essere più competitivi nei collegi uninominali», dice Corrao, a candidati non attivisti. Resta aperto il corteggiamento al notaio favarese Andrea Bartoli (avvistato anche a sinistra), si fa il nome dell’assessora all’Agricoltura indicata da Cancelleri, Federica Argentati. Smentito dai vertici siciliani il nome del catanese Dino Giarrusso, volto de Le Iene. «Non ne so niente. Al momento – precisa Giarrusso – non sono candidato. Ho grande rispetto per il Movimento 5 Stelle, ma sono sorpreso. Non so da dove sia uscita questa notizia. Se poi mi arriva una proposta la valuto volentieri. Non dico che è una cosa che non farei. Ma la dovrei valutare. Ma dire che sono candidato è gossip delirante. È una proposta che valuterei, quella dei 5 Stelle, ma non è una cosa reale ora». Il che significa lasciare più d’una porta aperta a un eventuale impegno in un collegio uninominale. Proprio nella logica del “valore aggiunto” della società civile che ora piace anche ai grillini.

 Liberi e Uguali

Non è detto che il candidato premier Piero Grasso si candidi in un seggio senatoriale in Sicilia. Il resto è ancora in progress fra le varie anime di Liberi e Uguali. A partire dalla riproposizione degli uscenti: alla Camera certe quelle di Erasmo Palazzotto a Palermo e di Pippo Zappulla a Siracusa, mentre ad Agrigento Angelo Capodicasa s’è tirato fuori; meno probabile, ma non escluso, il bis dei due senatori ex grillini Fabrizio Bocchino (Si) e Franco Campanella (Mpd).

Per il resto l’unico nome certo è quello del medico lampedusano Pietro Bartolo, incoronato star alla prima nazionale di LeU.Altre indiscrezioni: derby fra gli ex dem Pino Apprendi e Mariella Maggio a Palermo, Giuseppe Grioli a Messina, il primo dei non eletti all’Ars a Catania, Danilo Festa, con uno spiraglio per l’ex orlandiano Niccolò Notarbartolo, resta aperta la pista del sindaco di Troina, Fabio Venezia. Molto critico sul percorso di LeU il palermitano Ottavio Navarra (candidato governatore che si ritirò per dare spazio a Claudio Fava), ma non è detto che alla fine non sia della partita.

E infine il “fattore M”. Come Mirello. Crisafulli, of course. L’ex senatore, formalmente ancora nei dem, ha incassato l’ingresso della sua deputata Maria Greco, sindaco di Agira, in Mdp, che potrebbe doversela vedere proprio con Venezia per un posto in prima fila. E ora il Barone Rosso, tutt’altro che gradito da Grasso, potrebbe accontentarsi di tutelare l’uscente. Ma anche no.

Twitter: @MarioBarresi

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