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Exploit, al M5S avanzano seggi in Sicilia: saranno assegnati ad altri collegi

Di Redazione |

Catania – Lo dice anche Luigi Di Maio da Pomigliano d’Arco: «In Sicilia sono finiti i candidati al Senato e probabilmente il Senato avrà un seggio in meno perché abbiamo più seggi che candidati». Nell’Isola infatti gli eletti di M5s sono di più dei seggi a disposizione e per effetto di questo l’assegnazione avverrà sempre ai pentastellati ma in un altro collegio o circoscrizione e vanno in “underbooking”. Sono quattro, tre alla Camera e uno al Senato, infatti, i seggi “non disponibili” per l’exploit dei 5stelle che hanno ottenuto più posti in Parlamento dei candidati presentati nell’Isola. Questi seggi non assegnati, in base alla legge elettorale, spettano al Movimento nelle circoscrizioni o collegi dove ci sono candidati del M5s non eletti.

Il tutto è frutto del successo elettorale del M5stelle in Sicilia che ha fatto man bassa in tutti e 28 i collegi uninominali lasciando a zero gli altri partiti, un evento che ricorda il 61-0 del centrodestra nel 2001. Ma non solo: nella loro vittoria larghissima i 5stelle in Sicilia hanno ottenuto anche 25 parlamentari nella quota uninominale, con 53 eletti. In realtà gli eletti sarebbero 57, ma mancano candidati da fare scorrere nelle liste, dove non possono stare per legge più di 4 nomi. I seggi non assegnati saranno attribuiti ad altri esponenti del M5s dall’ufficio elettorale centrale, come prevede il decreto del Presidente della Repubblica numero 361 del 1957 che recita: «qualora ad una lista fosse assegnato un seggio in una circoscrizione nella quale tutti i candidati della lista stessa fossero stati già proclamati eletti dall’ufficio centrale circoscrizionale, l’ufficio centrale nazionale attribuisce il seggio alla lista in altra circoscrizione». La norma fa chiarezze sull’attenzione che sui quattro seggi erano state rivolte dagli altri schieramenti che, ritenendo preminente la “territorialità” del voto, ipotizzavano la loro assegnazione in Sicilia, ma ad altri partiti visto che il M5s non aveva più nell’Isola chi fare eleggere. Resta prudente in attesa della decisione finale il leader del Movimento in Sicilia, Giancarlo Cancelleri: «Se per la Camera la situazione è chiara – spiega – per il Senato la norma ha un buco. I seggi a Palazzo Madama sono attribuiti su base regionale: chiederemo un chiarimento ufficiale». Il Movimento 5 Stelle siciliano parla di «una valanga di voti che ha mandato in tilt persino il sistema elettorale, facendo emergere tutte le criticità di una legge, il Rosatellum – sottolineano – scritta ad arte per fermare il M5s».

Nel 2001 alla Camera ci fu un numero di deputati inferiore a 630, previsto dalla Costituzione a causa di un problema tecnico-politico legato ai seggi vacanti emerso subito dopo le elezioni del 13 maggio di quell’anno. Il fenomeno, allora del tutto nuovo nuovo, fu causato dal massiccio ricorso alla tecnica delle “liste civetta”, caso evidentemente diverso da quello dei seggi M5s in Sicilia, anche per una differente legge elettorale. I 12 seggi vacanti furono tutti di Forza Italia. La questione fu affrontata dalla Commissione elettorale della Cassazione che diede il suo parere, ma alla fine la scelta fu politica: l’aula di Montecitorio arrivò nel luglio 2002 alla decisione di congelare tutto e non assegnare i seggi. Cosa che non avverrà con i seggi del M5s: il dubbio è soltanto su chi saranno i quattro parlamentari, sicuramente non eletti in Sicilia, ma col voto dei siciliani. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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