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Ars, Finanziaria a rischio tra maggioranza che non c’è e un governo che si arrende

Di Giuseppe Bianca |

Palermo – Che sia una palude o il pantano dei buoni propositi, quel che appare è che la maggioranza che sostiene all’Ars il governo regionale non gode per niente di buona salute. Il ddl stralcio ritorna in commissione per essere accorpato alla Finanziaria, il Defr (Documento di economia e finanza regionale) è pronto a essere esaminato dalla commissione Bilancio, mentre rendiconto e bilancio consolidato 2016 sono incardinati in Aula. Il racconto della giornata parlamentare di ieri si snoda attraverso un passaggio stretto, di molte ambizioni e di poche certezze, che cammina parallelo alla speranza, ormai ridotta al lumicino, di evitare un altro mese di esercizio provvisorio per approvare bilancio e legge finanziaria. Viste le premesse poco incoraggianti, la maggioranza ha preferito battere in ritirata, rinviando tutto a lunedì prossimo.

Tutto passa dallo stesso corridoio che percorre pensieroso Gaetano Armao, vicepresidente della Regione e assessore all’Economia, prima di infilarsi in aula a mezzogiorno. «Come giunta regionale penseremo di far confluire in finanziaria il ddl stralcio già approvato dalla commissione Bilancio al fine di concentrare i lavori e avviare il prima possibile l’iter», dirà poco dopo a un’aula sonnecchiante e al limite del disimpegno.

Musumeci al bivio, “Dr. Falco” e “Mr. Colomba”

Ma ormai si parla per auspici: «Ieri la Commissione Bilancio ha approvato il rendiconto 2016 e bilancio consolidato 2016, quindi ci sono due documenti finanziari importanti che sono pronti per l’esame dell’aula e la cui approvazione è urgente – ha aggiunto Armao –. Domani (oggi per chi legge ndr) la commissione inizierà l’esame del Defr. Sarebbe bene al fine di incardinare il prima possibile la finanziaria, approvare i due documenti approvati dalla Commissione, poi il Defr e infine la finanziaria che trasmetteremo il prima possibile».

L’intervallo temporale minimo, preannunciato da Armao viene poi reso esplicito dall’assessore Toto Cordaro che con lui ha partecipato nel primo pomeriggio di ieri alla conferenza capigruppo, che, rinunciando alla siesta, si è presa il compito di aggiornare la road map di raccordo tra esecutivo e maggioranza, provando a districare la matassa:« La Finanziaria è completa ma non ancora approvata definitivamente – le parole di Cordaro -, al massimo venerdì sarà a disposizione della commissione Bilancio». In mattinata lo stesso presidente dell’Ars Miccichè, che faceva tesoro dell’ottimismo, dissimulando una preoccupazione che si respira in maniera palpabile negli ambienti del centrodestra siciliano, aveva commentato in un flash velocissimo ai cronisti: «All’Ars avete mai visto un governo che non approva la Finanziaria? Se riusciremo a farlo entro il 31 saremo felici».

Ma è proprio il binario di discontinuità con il passato che, al momento, stenta a prendere forma. Il quadro si scompone e si ricompone. Tra i perplessi Vincenzo Figuccia e Cateno De Luca, due delle spine della maggioranza. Il primo sente puzza di «assunzioni» e frena sulle stabilizzazioni che si nasconderebbero nelle pieghe degli articoli del testo stralciato da riconvertire in finanziaria, il secondo si rivolge direttamente al governatore: «Musumeci decida se è pro o contro i siciliani» e lascia intendere che il numero degli articoli da proporre in Finanziaria va diminuito.

Le opposizioni “naturali” vanno all’attacco. Valentina Zafararana, capogruppo dei 5stelle riassume: «Musumeci venga all’Ars per spiegare come intende uscire da questa paralisi istituzionale. Ci dica in sostanza con quali numeri vuol portare avanti le cose che aveva annunciato in campagna elettorale». Critico il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo: «Il governo si ostina a non volere ammettere che non c’è più il tempo per approvare Bilancio e Finanziaria in aula entro marzo. Il presidente Musumeci venga all’Ars e dica come intende affrontare l’esame della manovra economica senza maggioranza». Niente sconti anche da parte del parlamentare regionale di Sicilia Futura Nicola D’Agostino: «i ritardi sugli strumenti finanziari ed i continui rinvii da soli bastano descrivere un quadro disarmante. Musumeci assuma un’iniziativa seria per uscire da questo pantano». E Claudio Fava, deputato del movimento 100 Passi: «Che all’Ars il presidente Musumeci non abbia più una maggioranza e sia costretto a procedere a colpi di rinvio è un fatto ormai acquisito. La prossima settimana capiremo se la sopravvivenza di questo governo sarà affidata, com’è accaduto in passato con Lombardo e Crocetta, a inciuci, salvataggi impropri ed accordi trasversali».

Queste le somme da tirare dopo la seduta di ieri a Sala d’Ercole. L’anomalia di un esecutivo senza una maggioranza si materializza dal passato nel momento più complicato dell’anno.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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